"Detto tra noi, le vere Scritture sono proprio le pergamene non scritte come queste. Ma capisco benissimo che il popolo [...] è troppo sciocco e ignorante per crederci, e quindi non ci resta che consegnare ai pellegrini delle copie sulle quali ci sia scritto qualcosa".
(Wu Ch'êng-ên | Lo Scimmiotto)
20141031
DETTO TRA NOI
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TUTTO COSTERNATO
Tutt'a un tratto videro in acqua un corpo che la corrente veloce trascinava. Tripitaka lo guardava tutto costernato, ma Scimmiotto si mise a ridere. "Non aver paura, Maestro," disse. "Quello sei tu."
(Wu Ch'êng-ên | Lo Scimmiotto)
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A GIUDICARE DALL'ODORE
"Quando siamo entrati, ho visto una portinica sulla destra," disse Scimmiotto. "A giudicare dall'odore he ne usciva, direi che dev'essere un posto di trasmigrazione metabolica. [...]"
(Wu Ch'êng-ên | Lo Scimmiotto)
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VINO E POESIA
Bastano vino e poesia a far dell'oggi un girno felice,
Le grandi imprese avranno il loro giorno, e la grloria si degni
di aspettare.
(Wu Ch'êng-ên | Lo Scimmiotto)
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OSCURE VERITÀ
Chi affida a orecchie indegne le oscure verità,
Senza scopo affatica le mascelle e gli si secca la lingua.
(Wu Ch'êng-ên | Lo Scimmiotto)
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20141028
DIMENTICO D'OGNI SVENTURA
Eleonora vide gli occhi di Mattia e pensò: "Forse è capace di poesia al modo dei provenzali o dei siciliani". Mattia vide il taglio delle labbra, armonioso, i denti bianchi, piccoli, incantevoli anche se disordinati. Vide l'ombra dei falchi proteggere Eleonora dal sole. Eleonora vide paura, pena, disillusione nel volto di Mattia. Mattia imparò a inanellare parole in filastrocche: «Donna che dolce il labbro muovi, rosa che danzi ai venti cantando, sogni nuovi nemici di lacrime e lamenti, dimmi: che sarà di noi?». Eleonora si divertì a rotolare sull'erba vincendo alla lotta Mattia. Mattia incantato sentì Eleonora parlare con sapienza di grifoni, coltelli, mufloni, dell'alba, delle stelle e di galli sultani. Eleonora rise alle smorfie di Mattia che provava a cavalcare senza sella. Mattia con stupore scoprì che ogni muschio rivela messaggi. Eleonora scoprì con stupore che Mattia trovava un fiore nascosto dall'erba, distante un tiro di pietra, seguendo il profumo. Mattia vedendo Eleonora bagnarsi alla fonte ebbe paura di morire. Eleonora vedendogli occhi di voglia di Mattia sentì nuova grazia governare i movimenti del corpo nell'acqua. Mattia pensò che una delusione l'avrebbe uccuso.
Il profumo nei capelli di Eleonora, erba fresca, arance mature, vento del mese di fiore d'asfodelo.
«Hai gambe di cerva giovane alla fonte, seno bello come i colli del Mandrolisai.»
«Hai gli occhi di velluto, braccia forti, denti sani.»
I petali che Mattia usò per rendere gloria al corpo di Eleonora. I canti di Eleonora per mascherare gridi di piacere. Il bianco degli occhi di Mattia dimentico d'ogni sventura.
«Una volta da bambino entrando in una camera buia del castello...»
«Quando Martina mi ha insegnato a chiamare il falco sulla mano...»
Parlare. Ascoltare. Trovare racconti mai narrati, dirli con gioia. Scoprire l'altro nelle storie che racconta.
«Barnaba aveva un'anima, non tutto il male...»
«Il cavallo si è azzoppato sul monte, il ritorno...»
Carezze d'occhi. Labbra, lingua, pelle, nell'acqua fredda del torrente, sull'erba umida schiacciata dai corpi e morbida, sulle foglie cadute pungenti e calde di sole, sotto il leccio, sotto la sughera, sotto l'arancio.
(Sergio Atzeni | Passavamo Sulla Terra Leggeri)
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