I'm glad I've got skin, I'm glad I've got eyes
I'm glad I got hips, I'm glad I've got thighs
I'm glad I'm allowed to say the things I feel
I'm glad I got hair, glad I got ears
I'm glad I got lungs, I'm glad I got tears
Glad that I never ever know what's real
I'm glad I got lost
I'm glad I'm confused
I'm glad I don't know what I like
I'm glad I got stoned
I'm glad I got high
I'm glad I found out I'm alright
I'm glad when the sex is not so great
I'm glad that I doubt, I know what they say
I'm glad when I get my girlfriends names confused
I'm glad I know how my life will end
I'm glad I don't have no common sense
I'm glad the things are wrong I thought I knew
I'm glad I'm a mess
I'm glad you don't mind
I'm glad you're better than me
I'm glad that I changed
I'm glad I'm not nice
I'm glad it's the way, it must be
I'm glad I can't see beyond myself
I'm glad when the conversation ends
It's good when it's bad, I'm glad it's not worrin' me
(David Byrne | Glad)
20140910
I'M
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03:45
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20140726
VUOTO STUPEFACENTE
Non c'era niente da vedere. Potevo solo ascoltare. Era solo ascolto. Mi ascoltavo spegnermi nella gabbia di legno nascosta sotto quasi due metri di terra. Mi ascoltavo morire. Quel che mi restava di esistenza era incastrato nella cecità assoluta della mia abitazione sotterranea. Per un misfatto che non ho commesso, hanno permesso che la mia vita finisse in un luogo senza legami di tempo o di spazio con l'esterno. Ero perduta nel vuoto stupefacente che ad Haiti chiamano zombie.
(René Depestre | Hadriana In Tutti I Miei Sogni)
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07:33
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MOLTO CALDO
Nella mia vita di ragazza felice, vi erano allora tre stagioni: lato giardino, lato cortile, lato mar dei Caraibi. Faceva molto caldo ovunque.
(René Depestre | Hadriana In Tutti I Miei Sogni)
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07:29
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LA MORT, L'AMOUR, LA VIE
Tu es venue le feu s'est alors ranimé
L'ombre a cédé le froid d'en bas s'est étoilé
Et la terre s'est recouverte de la ta chair claire.
(Paul Elouard in René Depestre | Hadriana In Tutti I Miei Sogni)
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07:27
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QUARTO EPISODIO
Al punto più basso della fossa di reificazione degli uomini, ai confini della morte e della frantumazione delle passioni, la limite delle difficoltà di esistere, ci sarebbero il tempo e lo spazio esistenziale dello zombie. Senza vita personale, senza stato civile, immatricolato al cimitero, strappato alla famiglia, al tempio, al gioco, alla danza, al coito, all'amicizia, alla vita; costretto giorno e notte nelle sole componenti fisiologiche e fisiche della forza lavoro, lo zombie aggiungerebbe un quarto episodio ai tre scenari classici della storia dei negri: bruti idioti da tenere curvi sulla gleba; bambini cresciuto da evangelizzare; negri in collera orgogliosi della negritudine, da recuperare con botte da orbi.
(René Depestre | Hadriana In Tutti I Miei Sogni)
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07:24
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ALLA CONFLUENZA DELLE CORRENTI
Il fenomeno zombie si situerebbe alla confluenza delle correnti di magia che, nelle diverse culture del pianeta, hanno deposto uova fantastiche nei nidi dei culti agrari ai quali il vodù e la sua singolare "voderia" sono imparentati. Lo stregone rurale, fabbricante di zombie haitiani, come il suo omologo del Medio Evo e dell'inizio dell'età barocca, è un dispensatore sia di beneche di male.
(René Depestre | Hadriana In Tutti I Miei Sogni)
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07:14
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EFFETTI UGUALMENTE DEVASTANTI
[La terra di Jacmel] pareva soggetta a un cupo destino, sballottata da onde di vicessitudini maligne in cui intervenivano, con effetti ugualmente devastanti, fautori insaziabili di desolazione e di rovine, quali il fuoco, il ciclone, la siccità, la frambolesia, la presidenza a vita, il paludismo, lo Stato, l'erosione, i papadocus, collegati tra loro nei moti di una specie di osmosi ineluttabile.
(René Depestre | Hadriana In Tutti I Miei Sogni)
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06:40
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LE ANTENNE SPEZZATE
Era nuda dalla punta dei piedi ai capelli, meravigliosamente, nuda dappertutto. Tuttavia, al di sotto dell'ombelico la sua carne vergne aveva del prodigioso! Fun un capogiro per la farfalla. Ne ebbe le antenne spezzate! Nelle sue sfarfallate per le isole non aveva mai visto tra le cosce di una ragazza una conca così regalmente fiorita.
(René Depestre | Hadriana In Tutti I Miei Sogni)
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06:34
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20140718
O.K.
I'm okay with my decay
I have no choice I have no voice
I have no say on my decay
I have no choice so I'll rejoice
(Grandaddy | O.K. With My Decay)
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10:50
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20140611
NON SOLO LECITO MA ANZI NECESSARIO
Coloro che di professione attendono alle arti e agli studi sono sempre lacerati dallo stesso conflitto: vedono con maggiore chiarezza la follia della propria epoca, sono quindi portati a intervenire, e in un momento di entusiasmo si gettano con passione nella lotta politica. D'altra parte, però, esitano a rispondere con violenza alla violenza. Il senso di responsabilità che è dentro di loro rifugge da qualsiasi spargimento di sangue e dall'uso del terrore, e questa titubanza e rispettosa pietà paralizzano le loro energie in quell'unica ora in cui è non solo lecito ma anzi necessario essere spietati.
(Stefan Zweig | Cicerone)
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06:35
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INVIOLABILE, INTANGIBILE
Ma a un uomo di pensiero non può capitare fortuna maggiore dell'esclusione dalla vita pubblica e politica. Allontanandosi da un ambiente indegno di lui, dove contano solo brutalità e scaltrezza, l'artista o il filosofo fa ritorno alla sfera che gli è congeniale, alla sua inviolabile, intangibile vita interiore.
(Stefan Zweig | Cicerone)
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06:30
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RIVOLUZIONARE IL MONDO
Ma gli agenti dei servizi di informazione si interessano solo delle persone molto loquaci, e ignorano che i più percolosi, se si tratta di rivoluzionare il mondo, sono gli uomini solitari dediti alla lettura e allo studio [...]
(Stefan Zweig | Il Vagone Piombato — Lenin, 9 Aprile 1917)
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06:28
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TUTTA QUI
"Qui non c'è niente da vedere, nulla che si differenzi dalla terribile monotonia dei giorni scorsi": tutta qui la descrizione del Polo Sud fatta da Robert F. Scott.
(Stefan Zweig | La Gara Per Il Polo Sud — Il Capitano Scott,
Novanta Gradi Di Latitudine, 16 Gennaio 1912)
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06:22
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NORD E SUD
Barriere di ghiaccio si ergono a difesa di questi luoghi segreti, e un perpetuo inverno monta la guardia impedendo l'accesso alla voracità umana. Il gelo e le tempeste sbarrano con prepotenza le vie d'entrata, pericoli mortali smorzano l'ardire anche ai più temerari. Persino il sole ha diritto di affacciarsi soltanto di sfuggita su quel mondo chiuso, mentre k'occhio umano non vi si può mai posare.
(Stefan Zweig | La Gara Per Il Polo Sud — Il Capitano Scott,
Novanta Gradi Di Latitudine, 16 Gennaio 1912)
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06:19
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20140609
I PARTENTI
E di nuovo trova qui conferma l'antica verità che le imprese più importanti riescono quasi sempre quando sono compiute in segreto. Questa volta la partenza della spedizione passa del tutto inosservata: nessuna barca viene a porgere auguri, nessuna folla si raduna sulla spiaggia, non si organizza alcun solenne banchetto di commiato né si tengono discorsi, nessun sacerdote invoca sui partenti la misericordia divina.
(Stefan Zweig | La Prima Parola Che Valica L'Oceano —
Cyrus W. Field, 28 Luglio 1858)
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12:55
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UNA VITA DI FORME
E già
si avvicina rapido un cosacco,
e gli benda gli occhi
davanti alle bocche dei fucili.
Allora — e lo sa bene: è l'ultima volta! —
cerca con sguardi assetati
prima della grande tenebra
quel frammento di mondo
che il cielo gli offre ancora
[...]
Ma nelle vene
scorre in tumulto il sangue.
A ondate luminose
monta dal sangue
una vita di forme,
ed egli sente
questo istante, già consacrato alla morte,
evocargli nell'anima
il passato ormai svanito.
La vita intera si ridesta,
un affiorare di immagini nel petto:
l'infanzia squallida, perduta e spenta,
la madre e il padre, il fratello, la moglie,
tre tozzi d'amicizia, due coppe di piacere,
un sogno di gloria, un fardello di oltraggi.
(Stefan Zweig | Momento Eroico — Dostoevskij,
Pietroburgo, Piazza Semënov 22 Dicembre 1849)
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11:22
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20140605
PUNTO E VIRGOLA
Si rialzarono e si scagliarono contro le rocce. Ma le più basse, sotto il peso delle altre, erano inamovibili. Tentarono di aggrapparvisi per raggiungere la sommità; la forma arrotondata dei massi impediva la presa. Cercarono di spaccare il terreno ai due lati della gola; gli attrezzi si spezzarono. Con i pali delle tende fecero un grande fuoco; il fuoco non poteva bruciare la montagna.
(Gustave Flaubert | Salambò)
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09:36
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UNA PERIFRASI TRADIZIONALE
Allora gli Anziani decretarono il sacrifico con una perifrasi tradizionale – perché ci sono cose più imbarazzanti a dirsi che a farsi.
(Gustave Flaubert | Salambò)
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09:32
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LE CREPE CHE SOLCAVANO LA TERRA
La strada seguiva le ondulazioni delle colline. Si sentiva solo lo stridere delle cicale. Il sole riscaldava l'erba ingiallita; le crepe che solcavano la terra parevano disegnare mostruosi lastroni. A volte si vedeva strisciare una vipera, volare un'aquila; lo schiavo continuava a correre.
(Gustave Flaubert | Salambò)
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09:29
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20140522
SULLA GAMBA SINISTRA
Se ne stava quasi sempre rannicchiata in fondo alle sue stanze, le mani strette sulla gamba sinistra piegata, la bocca socchiusa, il mento abbassato, lo sguardo fisso. [...] Alla fine, stanca dei suoi pensieri, si alzava, e trascinando i piccoli sandali che a ogni passo sbattevano contro i talloni, si aggirava per la grande stanza silenziosa.
(Gustave Flaubert | Salambò)
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14:47
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FIGURE PALLIDE
Dal fondo delle viuzze più strette, dai tuguri più bui, uscivano figure pallide, uomini dal profilo di vipera che digrignavano i denti.
(Gustave Flaubert | Salambò)
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14:45
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SCOMPARSI
Scese la notte. I Cartaginesi, i Barbari erano scomparsi.
(Gustave Flaubert | Salambò)
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QUALCOSA DI ENORME
A causa delle corna sugli elmi c'era chi credeva di vedere una mandria di buoi; altri, tratti in inganno dallo svolazzare dei mantelli, assicuravano che erano ali, e quelli che avevano viaggiato molto, alzando le spalle spiegavano tutto con le illusioni dei miraggi. Intanto qualcosa di enorme seguitava ad avanzare.
(Gustave Flaubert | Salambò)
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14:42
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IN MARCIA
Scrutava l'orizzonte; si sdraiava bocconi, e nel pulsare delle arterie credeva di sentire un esercito in marcia.
(Gustave Flaubert | Salambò)
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TUTTA LA LORO PERSONA
Gli occhi fiammeggianti avavano uno sguardo diffidente, e l'abitudine ai viaggi e alla menzogna, ai traffici e al comando conferiva a tutta la loro persona un che di astuto e di violento, una specie di brutalità discreta e covulsa.
(Gustave Flaubert | Salambò)
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14:38
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