20130319

LA MANIERA DELLE ISOLE

Uma mi avvinghiò fra le sue braccia, si alzò stringendosi a me e mise la sua faccia contro la mia secondo la maniera di baciare delle isole, così che fui tutto bagnato dalle sue lacrime, e il mio cuore fu suo. Io non avevo mai avuto nulla che sentissi a me vicino come quella piccola ragazza bruna. Molte cose concorsero a farmi girare la testa. Era graziosa da mangiarsela; pareva la mia sola amica in quegli strani paesi; mi vergognavo di averle parlato duramente; era una donna, e mia moglie, e anche ina specie di bambina per la quale mi sentivo commosso; e il sale delle sue lacrime era sulle mie labbra.
(Robert Louis Stevenson | La Spiaggia Di Falesà)

NIENTE AFFATTO

Dicono che a un uomo faccia paura essere solo. Niente affatto. Quel che gli fa più paura al buio o in una macchia alta è che ci potrebbe essere un esercito attorno a lui senza che se ne possa accorgere.
(Robert Louis Stevenson | La Spiaggia Di Falesà)

20130118

FORZA, PRESENZA, FORMA

Tony non rispose. Ma Danny non aveva bisogno di una risposta. Sapeva. Era in corso una lunga festa in costume, da incubo, che proseguiva da anni. Un po' alla volta si era accumulata una forza, segreta e silenziosa come gli interessi su un conto bancario. Forza, presenza, forma... erano tutte parole, solo parole, e nessuna di esse contava qualcosa. Portava molte maschere diverse, ma era tutt'uno. Ora, da qualche parte, stava venendo a impadronirsi di lui. Si nascondeva dietro la faccia di papà, imitava la voce di papà, portava i vestiti di papà.
Ma non era il suo papà.
(Stephen King | The Shining)

LA DEFINIZIONE DELL'ETERNITÀ

E tuttavia non riusciva a raffrontare questi semplici simboli alla sfuggente, complessa realtà di sua madre; la mamma soddisfaceva la sua infantile definizione dell'eternità. Lei già esisteva quando lui non c'era ancora. Lei avrebbe continuato a esistere quando lui non ci fosse stato più. Riusciva ad accettare l'ipotesi della propria morte, vi aveva avuto a che fare dal momento dell'incontro nella camera 217.
Ma non quella di lei.
(Stephen King | The Shining)

20130107

CAPITOLO LXVI

CHE TRATTA DI QUEL CHE VEDRÀ CHI LEGGERÀ O CHE UDRÀ CHI LO SENTIRÀ LEGGERE
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

CAPITOLO LIV

CHE TRATTA DI COSE RIGAURDANTI QUESTA STORIA E NON ALTRA
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

SIAMO O NON SIAMO

[...] e che nessuno si burli di me, perché o siamo o non siamo noi [...]

I LIMITI DELLA NARRAZIONE

Or poiché egli si contiene e racchiude negli stretti limiti della narrazione, mentre avrebbe capacità bastevole e ingegno per comprendere l'universo intero, [l'autore] chiede che la sua fatica non venga disprezzata e gli si dia lode, non per quel che egli scrive, sì bene oer quello che ha tralasciato di scrivere.
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

EGLI DICE E IO CREDO

"Bella signora, quel cavaliere che si veda laggiù, chiamato il Cavaliere dai Leoni, è il mio padrone e io sono il suo scudiero che a casa sua si chiama Sancio Panza. Cotesto Cavaliere dai Leoni che non molto tempo fa si chiamava il Cavaliere dalla Triste Figura, manda a dire per mio mezzo a Vostra Grandezza che si compiaccia di dargli licenza che, con volontà, beneplacito e consenso suo, egli vanga ad effettuare il desiderio che ha e che altro non è, a quanto egli dice e io credo, di servire la vostra sublime altitudine e bellezza; che se vossignoria gliela darà farà cosa che ridonderà in bene suo, e lui riceverà un favore segnalatissimo e tanto piacere."
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

CAPITOLO XIII

DELLE MIRABILI COSE CHE L'INSUPERATO DON CHICHIOTTE RACCONTÒ D'AVER VISTO NEL PROFONDO ANTRO DI MONTESINOS, L'IMPOSSIBILITÀ E GRANDEZZA DELLE QUALI FANNO RITENERE APOCRIFA TALE AVVENTURA
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

DI GUSTO

Il miglior condimento che ci sia è la fame. E siccome questa ai poveri non manca mai, sempre mangiano di gusto.
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

20121210

PIÙ PROFONDAMENTE

Ovviamente [l'esistenza del collezionista] è legata anche a molto altro: a un rapporto oltremodo enigmatico con la proprietà [...]. E poi, a un rapporto con gli oggetti che non ne mette in primo piano il valore funzionale, e dunque la loro utlilità o fruibilità, ma li studia e li ama in quanto scena, teatro del loro proprio destino. Quel che più profondamente affascina il collezionista è collocare il nuovo acquisto dentro una sfera magica in cui, mentre è percorso dall'ultimo brivido, il brivido del venire acquisito, l'oggetto si immobilizza. [...] Qui dunque, in questo spazio conchiuso, è possibile immaginare come i grandi fisiognomi – e i collezionisti sono i fisiognomi degli oggetti – diventano veggenti. [...] Non esagero dicendo: per il vero bibliofilo acquistare un vecchio libro è farlo rinascere.
(Walter Benjamin | Aprendo Le Casse Della Mia Biblioteca)

20121105

DI TUTTO

Erano contente di essere sopravvissute, proprio per poter vedere questo, e godevano di tutto, senza dar nulla per scontato.
(Velma Wallis | Due Donne)

20120924

FIRST/SECOND

I may not be a first-rate composer, but I am a first-class second-rate composer.
(Richard Strauss)

20120905

SOSPENSIONE

"Lago della conca verde" disse infine Norman [MacCaig]. Pausa. “È quello il suo vero nome?" Pausa. "Ma se vai a Lochinver e chiedi di un uomo che ha nome Norman MacAskil, se ti avrà in simpatia potrà volerti dire dove si trova. Vorrei che tu pescassi per me in quel lago. Se prenderai un pesce ne sarò felicissimo. Se non lo prenderai..." Pausa. I poeti, come i comici, hanno evidentemente un istinto per le sospensioni. "...ne sarò molto divertito, mentro osservo da un luogo nel quale non credo."
(Andrew Greig | Il Lago Della Conca Verde, in Dovevo Andarci)

20120902

FEDELE VS INFEDELE

A quanto pare Botticelli aveva sbagliato completamente la fronte, il mento e il naso. Il ritratto che dipinse Giotto è molto più fedele, ma il Dante di Giotto somiglia a un qualunque giovane del trecento, mentre quello di Botticelli sembra un uomo che è stato all'inferno e ne è tornato.
(Elif Batuman | Commedia Divina, Internazionale n.960-961-962)

20120824

N'T

"When did you play last?"
"I didn't."
"Where have you played before?"
"I haven't."
"When will you be playing next?"
"I don't."
(Harry Nilsson)

UNA BUONA MATTINA

Capita che nasca inaspettatamente una vaga sensazione di odio, una buona mattina, e si nutra delle inezie dell'alba: di un odore rancido, di una luce confusa, di un caldo appiccicoso, di un ghigno falso, di una bocca umida, del semplice russare. Tutto alimenta: in pochi minuti il debole embrione dell'astio cresce. Ingrassa come una palla di neve fino a trasformarsi in un pungente e velenoso sentimento di odio intenso.
(Cristina Sánchez-Andrade | Le Lucertole Hanno L'Odore Dell'Erba)

20120806

(DOPO) LA SCOPERTA

Nella sua autobiografia Sean O'Faolain, riferisce di come l'incapacità a conciliare il libero arbitrio umano con l'onniscienza divina un giorno gli sia stata chiarita – per un'improvvisa magia o per un  miracoloso barlume introspettivo – mentre si trovava in taxi a Manhattan. O'Faolain è giunto alla conclusione che qualsiasi azione umana resta una libera scelta fino a quando non è commessa. Una volta che un'azione è commessa diventa ciò che Dio voleva che fosse commesso. Dopo questa scoperta lui e il tassista sono andati a ubriacarsi.
(Anthony Burgess | Perché Ho Scritto Arancia Meccanica)

20120805

UN DIPINTO

A volte, quando mi sveglio con l'affanno ho la sensazione di essere ancora lì, bloccato sulla ferrovia innevata [...]. E c'è un lupo che ci fissa, che guarda il convoglio, e io abbasso il finestrino a metà e prendo la mira con il fucile appoggiato al vetro e il pittore mi dice: Ma che fai? Non lo vedi? ribatto io, ammazzo quel lupo. Non rovinare il dipinto, dice lui. Mi è costato molto lavoro.
(Manuel Rivas | Il Lapis Del Falegname)

DUE PESCI

Ho visto un uomo e una donna farsi di tutto, ma quei due si bevevano a vicenda. Si succhiavano l'acqua con le labbra e con la lingua. La sorbivano dalle orecchie, nell'incavo degli occhi, su per il collo a partire dai seni. Erano così inzuppati che dovevano sentirsi nudi. Si baciavano come due pesci.
(Manuel Rivas | Il Lapis Del Falegname)

TENTACOLO

Fosse estate o inverno, una coltre di nebbia gravava sulla zona, un'umidità compatta che sembrava stritolare lentamente la casa anno dopo anno, incurvando il tetto di tegole, aprendo crepe nei muri. Il bambino era sicuro che la notte uno dei suoi tentacoli scendesse per il camino e si attaccasse al soffitto con le grandi ventose, lasciando quelle macchie circolari simili a crateri di un pianeta grigio.
(Manuel Rivas | Il Lapis Del Falegname)

IN AGGUATO

A Herbal Nan sembrava un tipo strano. Nel frutteto c'era un melo ricoperto di muschio bianco, quel prozio falegname assomigliava un po' al suo albero. Nel villaggio, la vecchiaia stava in agguato. All'improvviso, ti mostrava i denti spuntando da un angolo in ombra, vestiva a lutto le donne in un periodo di nebbia, stravolgeva le voci in un sorso di acquavite e nello spazio di un inverno riempiva di rughe la pelle. Ma la vecchiaia non era riuscita a trafiggere Nan.
(Manuel Rivas | Il Lapis Del Falegname)

UN FASTIDIO

I morti che non muoviono sono un fastidio.
(Manuel Rivas | Il Lapis Del Falegname)

DEBOLE LAMENTO

Il mare muggiva sulle scogliere da Punta Herminia fino a San Amaro come una vacca impazzita ai pertugi di mangiatoie vuote. Dopo ogni scarica calava il silenzio, in cui sembrava di avvertire un debole lamento umano. Poi ricominciava la litania della vacca impazzita.
(Manuel Rivas | Il Lapis Del Falegname)