[...] è il popolo nascosto, diceva, vive dietro il brutto tempo, dietro tutti i tempi; dietro la luce del sole, nella luce di un altro sole. Dietro ai giorni.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
20140227
DIETRO AI GIORNI
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UNICO NOCCIOLO
Questa oppressione del genere umano era per lei una tale spina nel fianco che sveglia o dormiente indirizzava ogni suo discorso verso quest'unico nocciolo, e sia che parlasse tra sé, o con qualcun altro, o con la cagna, o con le pecore che per caso si trovavano a passare tra il fieno, o con gli ignari uccelli canori del cielo; viveva in una ribellione costante e totalmente senza speranza verso questa oppressione invisibile [...].
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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NELLA NEBBIA
Il libraio stava cucinando del pesce fresco su una cucina a olio e il vapore della bollitura si spandeva per tutta la stanza, così che i numerosi scaffali, piegati sotto il peso della letteratura, si smarrivano come crinali nella nebbia.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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20140226
DI LÀ
Era come se questa nuova gradazione di blu sotto il cielo riunisse tutto il mistero della lontananza e lei rimase sbalordita di fronte a quella vastità. Era come se fosse arrivata alla fine del mondo.
Papà, disse esitando nel suo smarrimento, dove siamo?
Siamo sul Margine orientale, disse lui, quello è l'oceano.
L'oceano, sussurrò lei impietrita e continuò a fissare verso est, e fu percorsa da un brivido freddo di soddisfazione per aver avuto la fortuna di starsene sul margine orientale della brughiera a vedere dove la terra finisce e subentra l'oceano, il mare del mondo.
Allora non c'è niente, di là? chiede infine.
Di là ci sono i paesi stranieri, disse lui trionfante per saperle spiegare una visione del genere, i paesi di cui si parla nella letteratura, i regni.
Sì, sussurrò lei rapita.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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NIENT'ALTRO
Erano delle belle giornate. Erano davvero senza sofisticazioni, come i giorni migliori della vita, non sarebbero mai scomparse dai ricordi del bambino. Non accade niente, si vive e basta e non si desidera nient'altro, e nient'altro.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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ALLA FIN FINE
Poi il caffè cominciava a impregnare di profumo la stanza: quello era il momento più sacro del mattino. In una fragranza del genere si dimenticano le sventure del mondo e l'anima si rischiara di fiducia per i tempi a venire: alla fin fine probabilmente è vero che esistono luoghi lontani, perfino altri paesi.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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20140223
SEMPRE AL MONDO
Ólafur era il tipo che si meravigliava davanti a queste piccole creature umane, se creature si possono chiamare, che vengono al mondo al posto di coloro che se ne vanno via. È davvero meraviglioso quando uno si mette a pensarci: ecco che a un tratto è arrivato un nuovo corpo e una nuova anima, e da dove arriva e a quale fine arriverà mai? Come se non sarebbe stato più naturale che le stesse persone continuassero a stare sempre al mondo, ci sarebbe almeno una possibilità che la gente comune trovasse la via per il benessere, alla fine.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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SENZA ECCEZIONI
Gli uomini sedettero, estrassero le tabacchiere e cominciarono a discutere del tempo con la profonda gravità, la scientifica compostezza e la ponderata fermezza di stile con cui viene affrontato questo argomento, senza eccezioni.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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SAREBBE STATO BELLO
Cari piccoli uccelli, così beati nel luccichio della luna, come sarebbe stato bello mangiarseli.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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20140217
LARGHE E IRRESOLUTE
La donna si sedette sul materasso vegetale del letto, gli occhi rossi e i gomiti fangosi, e si fissava le mani larghe e irresolute in grembo.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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LUOGHI REMOTI
Erano in sette e finirono dispersi in luoghi remoti. Due figli annegarono in un lontano oceano, un figlio e una figlia sparirono in un paese ancora più lontano, l'America, che è molto pià lontano della morte. Ma forse non c'è distanza più grande di quella che separa una famiglia povera nello stesso paese: due figlie si erano sposate in villaggi della costa, e una di loro era adesso una vedova con una schiera di figli, mentre l'altra, che aveva sposato un tisico, viveva a carico della comunità – cos'è la vita?
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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PARTE DELLA NATURA
Le pietre sono state disposte, le falde di terra assolate, la torba tagliata, il legname raccolto, le mura innalzate, l'intelaiatura assemblata, le travi issate, incastrate le assi del tetto, coperti d'erba gli spioventi, murata la stufa, fissata la canna fumaria – ed ecco il casale ergersi come fosse parte della natura.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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PIÙ DI UNA CASA
Te l'assicuro, la libertà vale molto di più di una casa a due piani [...]. Chi vive sulla propria terra è un uomo indipendente in questo paese.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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REMOTI, TRASCORSI
Il sole splende sulle criniere altere di cavalli remoti e nel vento si ode lo scalpitio di zoccoli da tempo trascorsi: sono i cavalli del passato sui sentieri lungo il fiume, secolo dopo secolo, generazione dopo generazione, la strada è tuttora percorsa – ed ecco che ora la percorre lui, col suo cane, intrepido, l'ultimo proprietario terriero, il colonozzatore d'Islanda di trentesima generazione.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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STESSO SPETTRO, STESSO UOMO
La storia dei secoli in questa valle è la storia di un uomo indipendente che lotta a mani nude contro uno spettro che cambia costantemente nome. A volte lo spettro è un demone semidivino che maledice la sua terra. A volte gli rompe le ossa, in forma di norna. A volte fa impazzire la sua gente, in forma di fantasma. A volte gli distrugge la dimore, in forma di mostro. Eppure è in eterno lo stesso spettro, che tormenta lo stesso uomo, secolo dopo secolo.
(Halldór Laxness | Gente Indipendente)
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20140206
POTERE ORIZZONTALE
Se mi accorgessi di essere sola, capirei di aver sbagliato. La mia idea non è singolare, non vedo il potere in termini sottrattivi: non penso che per averlo devi toglierlo a qualcun altro. Esiste un modo per essere potenti insieme ed è così che il potere si moltiplica, lo sforzo democratico è l'equilibrio fra gerarchia e orizzontalità.
(Michela Murgia | Il Venerdì Di Repubblica N.1350, 31 Gennaio 2014)
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20140127
MINUSCOLE
fitto supplicare – tra oceani di salino piombo che s'inanella – per sapor dolce di casa
all'ultimo respiro, tra tenaglie d'onde
lei stringeva germoglio di mirto, svagata, e cara rosa in fiore
capelli di profumo,
e seni, da far spasimare un vecchio, anche
contro muro, stretti in pugno d'ombra
ladro che percorri vie, notturno
irto su lama di onda, di vento
mastro di fiocina, e timoniere navigato
ti vengo dietro, per un mio presagio
su vago scoglio dorsuto, sgusciando
sporgo mano, ed elemosino
sette – dico sette – morti stesi: presi da noialtri
corridori. Mille siamo noi, massacratori
spero: molti di essi canicola calcinerà
acre incandescenza
dipende dai tuoi se ti senti soffocare, tu
e mi piacerebbe prenderla, Nebula, per la mano
ho peccato, ma questa perdizione invase altri, credo
l'impensato non esiste nelle cose: tantomeno il sacro
ventre di puttana è scolo, pozzo per i soldi
vedi dove s'erge quell'aereo poggio
ruvido, ostico?
Là mi annido, e non do peso a guerra tua
assolutamente non avevo idee
acqua portava in una mano,
la truffaldina, e nell'altra fiamma
da me, quello, non avrà lo sconto
si sono rotti
i tendini del pene
"cosa"
cresciuta tra le cosce
solchi, di vecchiaia maligna ti devasta
mille cieche anguille hai preso dentro
trasparente danno, trarla in casa
contorto, su tappeto di spasimo,
fiato mozzo, dure contratture
mi chiodano, osso per osso
sentieri alpini frantumati: come io in fiore ero
lenzuolesche donne
vagina che s'imperla
lancia di faggio s'impennava
due mezzi
bastarda strada
In fiori alti
l'affondavo. Con l'onda
del mantello la velavo. Stringevo le sue spalle
col mio braccio... Intimidita
pareva una cerbiatta.
I suoi seni: in mano, piano, piano, li racchiusi.
Scopriva pelle in fiore
adolescente sortilegio:
io la percorrevo – bella – l'avvolgevo
e qui il mio bianco spruzzo vivo
con le carezze su peluria accesa.
(Archiloco | Frammenti)
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ALTRO PADRONE
Provò un'immensa compassione per quelle povere creature poste sotto il potere dei predatori, quando non avrebbero dovuto avere altro padrone che l'uomo.
(Selma Lagerlöf |Il Capodanno Degli Animali)
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UNA SPECIE DI ASSEMBLEA
La nuda cresta della montagna gli si apriva davanti, ma non era vuota e deserta come si era aspettato. In mezzo allo spiazzo c'era una grossa roccia, e intorno erano radunati molti animali selvatici. Sembrava quasi, pensò il prete, che si fossero riuniti lì per una specie di assemblea. I più vicini al grande masso erano gli orsi, così ponderosi e compatti che sembravano blocchi di pietra coperti di pelliccia. Si erano coricati a terra e sbattevano impazientemente le palpebre con i loro piccoli occhietti. Si vedeva che si erano svegliati dal letargo invernale per venire all'assemblea e facevano fatica a non riaddormentarsi.
(Selma Lagerlöf | Il Capodanno Degli Animali)
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L'ULTIMA ESTATE
E l'ultima estate accadde qualcosa di imperdonabile; cominciai ad avere paura del mare.
(Tove Jansson | Congedo)
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QUANTO A ME
Adoro gli odori. L'odore delle pellicole che bruciano e del calore e l'odore di Anna e della cassetta d'argilla e dei capelli della mamma e l'odore di baldoria e di ciliegio selvatico. Quanto a me non ho ancora un odore, credo.
(Tove Jansson | Anna)
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GUARDARE ANNA
Era così bello guardare Anna!
I suoi capelli crescevano come succosa erba selvatica, erano tagliati un po' come capita ma così pieni di vita che crepitavano. Le sopracciglia erano nere e folte quanto i capelli e si univano in mezzo, il naso era piatto e le guance rosse come mele. Le braccia s'infilavano nell'acqua dei piatti come pilastri. Era bella.
(Tove Jansson | Anna)
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UN'ISOLA DOPO L'ALTRA
Non appena cala il crepuscolo, una grande creatura grigia striscia sopra il porto. Non ha volto ma ha mani molto evidenti che coprono un'isola dopo l'altra mentre procede strisciando. Quando le isole finiscono, stende il braccio sul mare, un braccio lungo che trema leggermente e avanza a tentoni verso Skatudden. Le dita arrivano fino alla cattedrale ortodossa e lambiscono la roccia... Ah! Un'enorme mano grigia!
(Tove Jansson | Il Buio)
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COSE CHE SI RIPETONO
Erano canzoni dolci e malinconiche su cose che si ripetono e si ripetono e nessuno può farci niente. Poi diventavano scatenate e turbolente e Marcus rompeva il suo bicchiere. Però non ne rompeva mai più di uno, e papà faceva sempre in modo che gli venisse dato uno di quelli da poco prezzo. Aleggiava una perenne nebbia grigia di fumo e tabacco sotto al soffitto sopra la mia alcova, che rendeva ancora più intenso il senso di irrealtà. Eravamo in mare aperto o forse in mezzo ad alte montagne e io sentivo loro che gridavano l'uno all'altro attraverso alla nebbia e cose che cadevano e dietro a quei rumori violenti ondate più forti o più deboli di balalaika e di chitarra.
Adoro le baldorie di papà. Possono durare parecchie notti di risvegli e ricadute nel sonno cullati dal fumo e dalla musica e poi all'improvviso un ruggito che fa correre il gelo attraverso il tepore fino alla punta dei piedi.
(Tove Jansson | Baldorie)
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20140115
THE KING OF THE BEASTS
Love is the king of the beasts
And when it gets hungry it must kill to eat
Love is the king of the beasts
A lion walking down city streets
(Bill Callahan | Eid Ma Clack Shaw)
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