Non leggevo i giornali perché, come oggi so, temevo le cattive notizie, accendevo la radio solo a determinate ore, perfezionavo sempre più i miei meccanismi di difesa creando attorno a me una specie di cordone sanitario, in grado da immunizzarmi da qualsiasi cosa avesse un pur remoto legame con la preistoria della mia persona, che si era adeguata a vivere in uno spazio sempre più ristretto.
(W. G. Sebald | Austerlitz)
20141219
LA PREISTORIA DELLA MIA PERSONA
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10:19
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PROPRIO COME I VIVI
Proprio come i vivi, anche i morti, se sono allo stretto, si spingono verso la periferia in zone meno densamente popolate, dove possono trovare la pace a una giusta distanza l'uno dall'altro.
(W. G. Sebald | Austerlitz)
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10:16
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DOPO UNA LUNGA ASSENZA
A voler considerare la lingua come una vecchia città con il suo intrico di vicoli e piazze, con quartieri dalla genesi remota, con rioni demoliti, risanati e di nuova costruzione, e con sobborghi che sempre più si estendono all'intorno, io potevo paragomarmi a un uomo che, dopo una lunga assenza, non si ritrova più in tale agglomerato, non sa più a cosa serva una fermata, né cosa siano un cortile, un incrocio, un boulevard o un ponte.
(W. G. Sebald | Austerlitz)
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10:14
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STANCO PER AVER TANTO PENSATO E RICORDATO
Austerlitz mi disse che a volte se ne stava seduto lì per ore e disponeva quelle fotografie [...] con il tergo rivolto verso l'alto, come per un solitario, e poi, tornando sempre a meravigliarsi di ciò che vedeva, le girava una dopo l'altra, disponeva le immagini qua e là e le sovrapponeva in un ordine risultante da somiglianze specifiche, oppure le toglieva dal gioco finchè restava soltanto la grigia siuperficie del tavolo e lui, stanco per aver tanto pensato e ricordato, era costretto a sdraiarsi sull'ottomana.
(W. G. Sebald | Austerlitz)
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IL PRESENTIMENTO DELLE IMMANI DISTANZE
A tutt'oggi nessuno sa come riescano a far rotta verso il luogo di origine questi animali destinati ai viaggi in un vuoto tanto minaccioso e ai quali il presentimento delle immani distanze da superare deve certo quasi spezzare il cuore nel petto.
(W. G. Sebald | Austerlitz)
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10:04
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PREDA DI UN MUTO ORRORE
[...] quando ci fermammo sull'ampio scalone di pietra, colonizzato da felci di lingua cervina e altre erbacce, e guardammo su verso le finestre cieche, ci parve che la casa fosse preda di un muto orrore per la fine ignominiosa che presto le sarebbe toccata.
(W. G. Sebald | Austerlitz)
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10:01
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OLTRE LA FINE DELLA VITA
Nei mesi più caldi non è raro che uno o l'altro di questi insetti notturni si smarrisca e mi capiti in casa per sbaglio [...]. Se l'indomani mi sveglio di buon'ora, li vedo posati, immobili, in un qualche punto sulla parete. Sanno, credo, disse Austerlitz, di essere smarriti perché, se non vengono fatti di nuovo uscire usando tutta la delicatezza possibile, rimangono lì fermi finché non esalano l'ultimo respiro, anzi, con i minuscoli artigli irrigiditi nello spasmo dell'agonia, restano aggrappati al luogo della loro sventura oltre la fine della vita, sino a quando un soffio di vento non li stacca e li disperde in un angolo polveroso.
(W. G. Sebald | Austerlitz)
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09:57
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UNA FORMA PRELIMINARE DI TERRORE
Nel migliore dei casi si guarda [il Palazzo di giustizia di Bruxelles] meravigliati, e questa meraviglia è una forma preliminare di terrore, perché naturalmente qualcosa ci dice che gli edifici sovradimensionati gettano già in anticipo l'ombra della loro distruzione e, sin dall'inizio, sono concepiti in vista della loro futura esistenza di rovine.
(W. G. Sebald | Austerlitz)
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09:50
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DISTANTI GLI UNI DAGLI ALTRI
Il luccichio d'oro e d'argento sulle gigantesche specchiere semicieche dirimpetto al lato delle finestre non si era ancora spento del tutto che già un crepuscolo d'oltretomba pervase la sala in cui, distanti gli uni dagli altri, erano seduti, immobili e silenziosi, alcuni viaggiatori.
(W. G. Sebald | Austerlitz)
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09:46
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20141115
NOT SPLINTER OR SHATTER
To write something which was of enduring beauty, this was the ambition of every writer: as it was the ambition of the joiner and architect and constructor of any kind. It was not the beauty but the endurance, for endurance was beautiful. It was also all that we could do. It was a consolation, even a high and positive joy, to make something true: some table, which, sat on, when it was ment only to be eaten off, would not splinter or shatter. It was not for the constructor that the beauty was made, but for the thing itself.
(T. H. White | The Goshawk)
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03:27
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MUCH OR EVEN
It was like death in a way, something too vast to hurt much or even to upset you.
(T. H. White | The Goshawk)
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03:20
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MY PRESENT ME
I had gone half bird myself, transferring my love and interest and livelihood into its future, giving hostages to fortune as madly as in marriage and family cares. If the hawk were to die, almost all of my present me would die with it.
(T. H. White | The Goshawk)
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03:19
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STATE OF CONFUSION
In this state of confusion I thought it better to remain unacquainted with any law, while attempting to be as humane as possible.
(T. H. White | The Goshawk)
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03:16
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STILL LESS
To divest oneself on unecessary possessions, and mainly of other people: that was the business of life.
One had to find out what things were not necessary, what things one really needed. A little music and liquor, still less food, a warm and beautiful but not to big roof of one's own, a channel for one's creative energy and love, the sun and the moon.
(T. H. White | The Goshawk)
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03:12
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NEXT PICTURE
This brings in the next picture, not that of endurance by night nor of the ceaseless daily hardihood implicit in this kind of colonist's existence, but the picture of the weather and the season.
(T. H. White | The Goshawk)
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03:08
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20141111
IN QUANTO TALE
La verità resiste in quanto tale soltanto se non la si tormenta.
(Friedrich Dürrenmatt | La Morte Della Pizia)
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12:19
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QUIETO VIVERE, PERFETTA SINTONIA
Mi interessava sapere come mai gli uomini si lasciano opprimere: per amore del quieto vivere, ho concluso, che spesso li induce adirittura a inventarsi le teorie più assurde per sentirsi in perfetta sintonia con i loro oppressori, come del resto gli oppressori escogitano teorie non meno assurde pur di riuscire a illudersi di non opprimere gli individui su cui esercitano il loro dominio.
(Friedrich Dürrenmatt | La Morte Della Pizia)
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12:18
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CONOSCERE IL FUTURO
Mi sono sempre stupito e continuo a stupirmi immensamente che gli uomini siano tanto ansiosi di conoscere il futuro. Sembra quasi che preferiscano l'infelicità alla felicità.
(Friedrich Dürrenmatt | La Morte Della Pizia)
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12:15
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PIETRE E COLONNE
La Pizia abbracciò con lo sguardo i cantieri che avava davanti: era notte, pietre e colonne giacevano dapperutto [...]; un giorno, pensò, in quel luogo ci sarebbero state soltanto rovine.
(Friedrich Dürrenmatt | La Morte Della Pizia)
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12:13
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TANTO PER CAMBIARE
Da tempo ormai quel che accadeva in Grecia non le importava più: che il matrimonio di Agamennone scricchiolasse o meno, e con chi se la facesse Elena, tanto per cambiare, era privo per lei di qualsiasi interesse.
(Friedrich Dürrenmatt | La Morte Della Pizia)
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12:09
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20141110
COME SUONAVA
"Hai ancora intenzione di partire?" mi chiese Ahmad con voce triste.
Questo mi piacque. Mi piacque come suonava.
(Samir El-Youssef | Gaza Blues)
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12:05
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20141109
LA PROVA FALLISCE
Le otto e mezzo. Helbling estrae il suo orologio da tasca per confrontare i tratti di quello con i tratti del grande orologio dell'ufficio. Sospira, sono trascorsi solamente dieci piccoli, minuscoli, sottili, delicati e appuntiti minuti, e ha davanti a sé grasse e comode ore. Si studia di provare se gli è possibile concepire l'idea che adesso deve lavorare. La prova fallisce, ma ha tuttavia modificato un po' i tratti dell'orologio. Si solo dileguati altri cinque, graziosi, cari minuti. Helbling ama i minuti che sono trascorsi, ma in compenso odia quelli che stanno per arrivare e quelli che gli danno l'impressione di non voler proprio andare avanti. Gli verrebbe da prenderli a botte ogni volta, quei pigri minuti. Mentalmente ammazza di colpi le lancette dei minuti. Le lancette delle ore non osa neppure guardarle, altrimenti ha motivo di temere che cadrebbe svenuto.
(Robert Walser | Storie)
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04:39
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DI TUTTE LE MATTINE
Ci sono mattine nelle botteghe dei calzolai, mattine nelle strade e mattine sui monti, e le ultime potrebbero essere, quasi con certezza, ciò che vi è di più bello al mondo, ma decisamente una mattina in banca dà ancora più da pensare. Supponiamo dunque che sia lunedì mattina, giacché di tutte le mattine della settimana è la più mattinale, e l'odore del lunedì mattina si distribuisce alla perfezione negli uffici di contabilità dei grandi istituti bancari.
(Robert Walser | Storie)
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04:34
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FATICOSO
Una grande azione non cancella il susseguirsi faticoso dei giorni.
(Robert Walser | Storie)
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04:29
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PADRONI IN PATRIA
Che importava ora che si fosse padroni in patria, da qualche parte in Argovia o in Svezia, di un castello e gente, e avere una bella moglie, servi, serve, frutteti, campi e boschi e gabelle e i più squisiti privilegi? Tutto ciò faceva ancora più amaro e penoso il morire in queste pozzanghere, stretti tra il ginocchio saldamente puntato d'un folle pastore e una zolla di terra.
(Robert Walser | Storie)
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04:28
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