20150626

BUIA E GIGANTESCA

Erano scesi in cabina, così fosca e fredda che sembrava quasi che Brynjólfur avesse aperto un varco nell'esistenza stessa e che fossero discesi verso l'assoluta disperazione, ma la luce del mattino era fluita attraverso l'apertura e si era infilata come un arpione nel fianco di quella creatura buia e gigantesca.
(Jón Kalman Stefánsson | La Tristezza Degli Angeli)

CHE VITA OCCORRE

Lei trasalisce a sentire il suo nome pronunciato a voce così alta e risoluta, perché quale nome merita di essere chiamato a voce tanto alta da farlo sentire a tutti, che vita occorre per guadagnarselo?
(Jón Kalman Stefánsson | La Tristezza Degli Angeli)

TROPPA ATTENZIONE

Moriamo se non ascoltiamo quel che ci insegna l'esperienza, ma ammuffiamo dentro se vi prestriamo troppa attenzione.
(Jón Kalman Stefánsson | La Tristezza Degli Angeli)

20150614

NIDI DI BRILLANTI

Dietro le finestre Pietroburgo perseguitava gli uomini con  i suoi giuochi cerebrali e la sua vastità lamentosa; un freddo vento umido sferzava le strade; sotto il ponte brillavano nella nebbia enormi nidi di brillanti. E non si vedeva nessuno, nulla.  
(Andrej Belyj | Pietroburgo)

MISERO ADDOBBO

Come la luna brillava la sua coscienza: con due facce.
Fra le sue quattro pareti egli sembrava a se stesso nient'altro che un carcerato, un carcerato che sentisse la libertà più degli altri e per il quale quell'angusto abitacolo equivalesse allo spazio dell'universo.
Lo spazio dell'universo era deserto come la sua stanza!... Lo spazio dell'universo era il culmine delle ricchezze... Eppure l'abitazione di un povero sarebbe sembrata sfarzosa dinanzi al misero addobbo dello spazio universale.
(Andrej Belyj | Pietroburgo)

CONTRADA DEGLI SPIRITI

"[...] Sì: la nostra città capitale" insistette il nero contorno "appartiene alla contrada degli spiriti. Di questo non usa parlare nelle guide; ne tace anche il Baedeker; e così accade che un provinciale non informato tenga conto soltando dell'amministrazione visibile e non abbia il passaporto delle ombre." (Andrej Belyj | Pietroburgo)

È DETTO TUTTO

Le porte di tela cerata!
Questa, quella e quell'altra... Ad una s'era strappata la tela cerata; e dai buchi sporgevano ispidi crini; a un'altra era attaccato con uno spillo un biglietto; e sul biglietto era scritto. "Zakatalkin"... Chi fosse costui, quali fossero il suo nome, il suo patronimico, la sua professione lascio a voi immaginarlo: "Zakatalkin" – è detto tutto.  (Andrej Belyj | Pietroburgo)

KANTIANO

Egli negava il paradiso: il paradiso o giardino non coincideva per lui con l'idea del bene supremo (egli era un kantiano); era un uomo nirvanico.
E per Nirvana non intendeva il Nulla.  
(Andrej Belyj | Pietroburgo)

UN'ALTRO BICCHIERINO

"Confessate... Ehi, due bicchierini di vodka!... Confessate..." gridava Pavel Jakovlevič, assumendo un aspetto tumido e pingue; il suo piccolo volto, ingrassato, era tutto enfiagioni e papille... "Scommetto che per voi rappresento un enigma."
A un tavolo sedeva il marinaio quarantacinquenne (all'apparenza un Olandese).
"Con alcool?..."
Vicino all'Olandese s'era poasta una mole di pietra.
"Dunque, giovanotto..."
"Che c'è?"
"Che ne dite del mio comportamento in istrada?"
"Ah, parlate ancora di questo?"
"Un altro bicchierino?
"Un altro..."
Pavel Jakovlevič frugacciava smanioso con la forchetta tremante, sforzandosi di infilzare un viscido canterello:
"Non è vero che era strano là fuori?" 
"Dov'era strano?"
", presso quello steccato... No grazie, niente sardine." 
Ai tavoli gozzovigliava una genìa di bastardi: né uomini né ombre; erano tutti abitanti delle isole; e gli abitanti delle isola sono una strana genìa di bastardi: né uomini né ombre.
Pavel Jakovlevič veniva assumendo un aspetto tumido e pingue: tutto enfiagioni e papille e bianche verruche:
"Un altro bicchierino?"
"Un altro..." 
 
(Andrej Belyj | Pietroburgo)

20150610

STERILE IMPETO

E la freddezza si era impressa nel padrone di casa, nei domestici, persino nel bruno bulldog tigrato, che passava i suoi giorni in qualche luogo vicino alla cucina; in questa casa vivevano tutti in un clima di soggezione, ossequinati al parquet, alle tele, alle statue, sorridendo confusi e inghiottendo le parole; compiacevano e riverivano, torcendo le gelide dita in un impeto di sterile zelo servile.
(Andrej Belyj | Pietroburgo)

SENZA RUMORE

Nella casa laccata le tempeste della vita quotidiana passavano senza rumore; e tuttavia vi passavano in modo funesto.
(Andrej Belyj | Pietroburgo)

ILLUSTRE PROSAPIA

Apollon Apollonovič Ableuchov era di illustre prosapia: aveva Adamo per antenato.
(Andrej Belyj | Pietroburgo)

20150604

EROSION

Nothing means anything most of the time. Meaning is in a constant state of flux, and whenever you catch someone thinking they know what they mean, immediately they begin to look not so sure because like everything else, the mind is in a constant state of erosion. You’re not building up to live forever but you are gonna die forever as far as we think we know, but that single thought is already eroding so, not sure.
(Howe Gelb | Magnet Magazine)

20150509

UN PUNTO NERO NEL MEZZO

Se poi ci si ostina a convalidare l'assurda leggenda che Mosca abbia una popolazione d'un milione e mezzo di abitanti, bisognerà riconoscere che la capitale sia Mosca, perché solo le capitali hanno una popolazione d'un milione e mezzo di anime, mentre le città privinciali non hanno, non hanno avuto e non avranno mai una popolazione così numerosa.
Se Pietroburgo non è la capitale, allora non c'è Pietroburgo. La sua esistenza è soltanto illusoria.
Comunque sia, Pietroburgo non è soltanto illusoria, ma si trova anche sulle carte; in forma di due cerchi concentrici con un punto nero nel mezzo; e da questo punto matematico che non ha dimensione proclama energicamente la propria esistenza: di qui, da questo punto si diffonde come una fiumana lo sciame delle parole del nostro libro; da questo punto di diffondono con impeto le circolarii.
(Andrej Belyj | Pietroburgo)

20150422

EDUCAZIONE CONTRO NATURA

Nulla è più singolare, più imbarazzante che il rapporto tra persone che si conoscono solamente di vista... s'incontrano tutti i giorni a tutte le ore, si osservano, e tuttavia sono costrette dall'educazione o dal puntiglio a fingere l'indifferenza e a passarsi accanto senza una parola e senza un saluto. V'è fra loro una relazione d'inquietudine e di esasperata curiosità, l'isterismo prodotto dal bisogno insoddisfatto e innaturalmente represso di conoscersi e di comunicare l'uno con l'altro, e soprattutto una specie di ansioso rispetto. Giacché l'uomo ama e onora l'uomo finché non lo può giudicare, e il desiderio è frutto d'una conoscena imperfetta.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)

LA SOLA FORMA

Giacché la bellezza, mio Fedro, solo essa è amabile e visibile al tempo stesso; essa è, notalo bene, la sola forma dell'immateriale che noi possiamo percepire coi sensi e che i nostri sensi possono sopportare.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)

CIÒ CHE AVEVA VOLUTO

Troppo tardi. Adesso doveva continuare a volere ciò che aveva voluto ieri.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)

TENDENZA IRRESISTIBILE

Egli amava il mare per ragioni profonde: il bisogno di riposo dell'artista costretto a una dura fatica, che davanti all'esigente proteismo dei fenomeni cerca rifugio nel seno della semplicità, dell'immensità; la tendenza vietata, in netto contrasto con la sua missione e appunto per questo così irresistibile, all'inarticolato, l'incommensurabile, l'eterno, il nulla.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)

SCIPITE E INSERVIBILI

Stanco e tuttavia spiritualmente desto egli si occupò durante il lungo pranzo di cose astratte e addirittura trascendenti, meditò sul misterioso legame che il regolare deve contrarre con l'individuale perchè ne risulti la bellezza umana, di lì passò a problemi generali della forma e dell'arte e alla fine trovò che i suoi pensieri e le sue conclusioni somigliavano a certe ispirazioni del sogno, apparentemente felici, che poi a mente desta si rivelano del tutto scipite e inservibili.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)

ANCHE IL CONTRARIO

Le osservazioni e gli incontri di chi va attorno in silente solitudine sono al tempo stesso più sfumati e più netti di quelli dell'uomo socievole, i suoi pensieri sono più gravi, più bizzarri, e mai esenti da un'ombra di tristezza. Impressioni e immagini, che si potrebbero facilmente scrollar via con un'occhiata, un sorriso, uno scambio d'opinioni, lo preoccupano oltremisura, s'approfondiscono nel silenzio, diventano importanti, si trasformano in avventura, episodio, sentimento. La solitdine fa maturare l'originalità, la bellezza strana e inquietante, la poesia. Ma genera anche il contrario, lo sproporzionato, l'assurdo e l'illecito.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)

INTORNO DI NUOVO

Gli sembrava che tutto incominciasse in modo alquanto inconsueto, che avesse inizio un trasognato allontanamento, una strana deformazione del mondo che forse si poteva arrestare se egli velava per un poco la sua vista e poi si guardava intorno di nuovo.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)

NEL VOLTO DEL SUO SERVO

Anche sotto l'aspetto individuale l'arte è una vita più intensa. Essa dona felicità più profonda, e divora più in fretta. Scava nel volto del suo servo le tracce di avventure spirituali e immaginarie, e anche nella pace claustrale della vita esteriore porta a lungo andare un'ipersensibilità, un raffinamento, una stanchezza e una curiosità di nervi che nemmeno la vita più piena di sfrenati godimenti e passioni saprebbe suscitare.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)

AFFINITÀ SEGRETA

Affinché un importante prodotto dello spirito possa esercitare immediatamente un influsso vasto e profondo, dev'esserci un'affinità segreta, anzi una concordanza, fra il destino personale del suo autore e quello generale dei contemporanei.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)

TUTT'ALTRO CHE ROBUSTA

[...] e la coscenziosa moralità di tale atteggiamento stava in questo, che, di costituzione tutt'altro che robusta, a compiere quello sforzo costante egli non era fatto, ma soltanto chiamato.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)

IMPULSI PIÙ OSCURI

Il connubio della rigida coscenziosità burocratica con impulsi più oscuri e focosi aveva preodotto un artista, questo artista singolare.
(Thomas Mann | La Morte A Venezia)