20110517

PICCOLO PARTICOLARE

La morte! La fine inevitabile di tutto! Per la prima volta essa gli appariva nella sua potenza inesorabile. E quella morte era là, [...] quella morte gli era più vicina ch'egli non avesse finora creduto. Era in lui stesso, lo sentiva: fors'anche fra trent'anni, che importa il momento? Che cosa dunque fosse questa ineluttabile morte, non solo egli lo ignorava, ma mai neppure ci aveva pensato, mai neppure aveva osato guardarla in faccia.
"Io lavoro" diceva tra sé, "inseguo uno scopo, e dimentico che tutto finisce e che la meta suprema è la morte!"
Se ne stava accoccolato, nel buio, con le gambe ripiegate, le braccia intrecciate sui ginocchi, e tratteneva il respiro per rifletter meglio. Ma quanto più concentrava il pensiero tanto più chiaramente vedeva che nella sua concezione della vita egli non aveva omesso che questo piccolo particolare: la morte, che verrebbe a por fine fatalmente a tutto, sì che era inutile intraprender cosa alcuna. Era terribile, ma era così!
"Ma io sono ancora vivo, che devo dunque fare, adesso, che devo fare?" diceva tra sé con disperazione. Accese la candela, si alzò senza rumore e s'avvicinò allo specchio.
(Lev Tolstoj | Anna Karenina)

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