Le api, effettivamente, in un certo senso gli parlavano. Il ronzio monotono, il sonoro vuoto che altri sentivano, era per lui un racconto multiforme, ricco, modulato, sempre nuovo, fatto di voci separate come i sassi grigi che formano il greto di un fiume. Lui si muoveva lungo quel suono, occupandosi dei suoi alveari con la cura e la meraviglia di chi perlustra la spiaggia in cerca di tesori. Quel canto non nascondeva alcun messaggio - non era pazzo fino a questo punto - ma questo non voleva dire che non avesse significato. Era il canto di una città, [...] dove tutti facevano esattamente quello che dovevano fare, nel modo stabilito da remoti e rispettabili antenati. Una città dove nessuno rubava gemme, lingotti d'oro, lettere o piani navali segreti. [...] Niente coltellate, scazzottate, spari; un'assenza quasi totale di violenza, se si escludeva il regicidio. Nella città delle api, tutte le morti erano pianificate, previste decine di milioni di anni prima; ogni morte, nel momento stesso in cui avveniva, si traduceva con la massima efficienza in nuova vita per l'alveare.
(Michael Chabon | Soluzione Finale)
20110725
IN CERCA DI TESORI
posted by cornelius at 10:12
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