20131122

PIÙ CHE SUFFICIENTI

Le mie spiegazioni, pretestuose e in parte contraddittorie, gli furono con mia meraviglia più che sufficienti. In particolare riscossi la sua approvazione quando dissi che dentro di me, con il tempo, molte questioni si erano appianate, anche se con ciò non si erano fatte più chiare ma più misteriose ancora.
(W. G. Sebald | Vertgini)

UNA CIORCOSTANZA PER COSÌ DIRE NATURALE

In quasi tutti i cinegiornali, poi, si vedevano i cumuli di macerie di cui erano disseminate città come Berlino e Amburgo, e che per lungo tempo non avevo collegato ai bombardamenti degli ultimi anni di guerra, dei quali io nulla sapevo, ritenendoli piuttosto una circostanza per così dire naturale, tipica delle grandi città.
(W. G. Sebald | Vertgini)

TRA PROSSIMITÀ E DISTANZA

Il dottor K. sviluppa una frammentaria teoria sull'amore immateriale, dove non c'è differenza tra prossimità e distanza. Quando apriamo gli occhi, egli dice, sappiamo che la nostra felicità nasce dalla natura e non dai nostri corpi, i quali già da tempo ormai non appartengono più alla natura. Perciò tutti i falsi innamorati — e sono quasi la totalità — nell'amore tengono gli occhi chiusi oppure li spalancano per bramosia, il che è la stessa cosa. Non c'è altra condizione in ci gli esseri umani siano più disarmati e più fuori di sé, aggiunge. Sulle proprie idee, ormai, si è perso il dominio.
(W. G. Sebald | Vertgini)

NOTTE DOPO NOTTE

Un'unica massa umana variopinta si incuneava come una specie di corteo o processione negli angusti vicoli del paese, incassato tra il lago e la parete rocciosa. Una moltitudine di lemuri: volti scottati dal sole e lucidi di creme e belletti, che ondeggiavano su corpi strettamente avvinghiati. Parevano tutti infelici, costretti a vagare lì intorno, notte dopo notte.
(W. G. Sebald | Vertgini)

QUESTO FRASTUONO

Da questo frastuono — ecco la conclusione a cui sono giunto nel corso degli anni — nasce oggi la vita che verrà dopo di noi e che lentamente ci porterà alla rovina, così come noi lentamente portiamo alla rovina ciò che esisteva in precedenza.
(W. G. Sebald | Vertigini)

A PRORPIA INSAPUTA

Chi si inoltra in questa città non sa mai quale sarà la prossima cosa a capitare sotto i suoi occhi, o da chi verrà visto nel volgere di un attimo. Non si è ancora entrati in scena, che già la si abbandona per un'altra uscita. Queste brevi apparizioni sono di una teatralità addirittura spudorata, e al tempo stesso hanno in sé qualcosa di cospiratorio: una congiura in cui si è stati coinvolti senza volerlo e a propria insaputa. Se si cammina dietro a qualcuno in un vicolo dove non c'è anima viva, basta appena affrettare il passo, ed ecco un brivido di paura correre giù per la schiena di colui cui stiamo alle calcagna. È facile, per contro, passare dalla parte dei pedinati.
(W. G. Sebald | Vertigini)

LE OCCASIONI FAVOREVOLI

Ci mancò poco, credo, che quella mattina imparassimo entrambi a volare, o per lo meno che imparassi io quanto occorre per un vero e proprio schianto. Ma le occasioni favorevoli ce le lasciamo sempre sfuggire.
(W. G. Sebald | Vertgini)

SISTEMA PERFETTO

[...] gli parve che la sua vita fosse finalmente integrata in un sistema perfetto, o per lo meno incline alla perfezione, sistema nel quale vigeva un esatto rapporto fra bellezza e terrore.
(W. G. Sebald | Vertigini)

PER LE LUNGHE

Continuiamo ad aggiungere nuove storie, ci resta difficile metterci un punto, ma forse è anche perché chi racconta la vita ha la tendenza ad andare per le lunghe — tutto quello che facciamo è in un modo o nell'altro una lotta contro la morte.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

IL SANGUE CHE SCORRE

Ma a volte, e solo un attimo prima che il sonno ci prenda la sera, quando la giornata è finita con tutta la sua inquietudine, quando siamo distesi a letto ad ascolatare il sangue che scorre e il buio entra dalle finestre, a volte ci sorge il dubbio che il giorno appena passato non sia stato sfruttato a dovere, che si sia qualcosa che avremmo dovuto fare, solo nn sappiamo che cosa.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

UNA VITA PROPRIA

[...] se ne pentì amaramente, forse era stata l'invidia ad aprirle la bocca, il diavolo trova sempre un varco, fatto sta che si pentì amaramente di quelle parole, era desolata, avrebbe voluto tagliarsi la lingua.  Ma nemmeno il più disperato dei rimorsi può rimangiarsi le parole, che escono nel mondo e vivono una vita propria, niente più le ferma.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

DA LONTANO

Ma sono così tante le cose che vogliamo e così poche quelle che possiamo avere. Passò l'estate, ci fu sole e pioggia e vento e bonaccia. Vado a correre, diceva lei, faccio un giro fuori, diceva lui, controllo la recinzione, oppure non diceva proprio niente perché era il fattore e non doveva dare spiegazioni a nessuno quando usciva. Pensava ai suoi seni, alle sue natiche, e lei alle sue spalle larghe e ad affondare le mani nella sua carne morbida. Si incontravano sempre nello stesso posto e visti da lontano sembravano picchiarsi.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

20131109

UN' OTTIMA IDEA

Quando non si è tranquilli, magari ci si sente soli o si ha paura del buio, è un'ottima idea chiamare l'ora esatta, almeno si sente la voce di qualcuno, oltre ad avere la certezza che il tempo nonostante tutto è ancora la suo posto, non si lascia spiazzare, e quindi non c'è nessun motivo di disperarsi.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

DIECI ANNI

Sono passati meno di dieci anni da quando Hannes venne interrato nel buio della terra, dieci anni non è tanto, è un pensiero, una risposta, eppure il mondo può fare un salto mortale in meno tempo, il clima può cambiare, nuove specie di uccelli stanziarsi, un impero avere fine. Sì, la terra subisce rivolgimenti, ma noi ci reggiamo forte al tavolo della cucina.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

DIECI MANI

Delle sette donne, cinque sono ancora senza lavoro, dopo tutti questi anni. Cinque donne senza un'occupazione fanno dieci mani disoccupate. [...] Dieci mani in una stanza, dieci mani disoccupate che un tempo facevano parte di una catena, lasciavano un segno sulla vita di tutti i giorni, e guardale adesso, che spreco di mani, e il tempo passa.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

20131018

EVERYONE ELSE

We have closed our eyes and given our consent. Everyone else is doing it. In the digital age, it is better to be unsafe than to be left out.
(G. Willow Wilson su The Circle di Dave Eggers | SFGate)

20131017

FRUTTI IMPURI

E non dimentichiamo mai la malinconia, il trito sentimentalismo, perfetti frutti impuri di meravigliosa qualità dimenticata, lasciati indietro dal frenetico libresco: la luce della luna, il cigno all'imbrunire, "cuor mio" sono senza dubbio il poetico elementare e imprescindibile. Chi rifugge dal cattivo gusto cade nel gelo.
(Pablo Neruda | Intorno A Una Poesia Senza Purezza)

20131007

REAL LIFE

I've been doing some research. In real life there is no algebra.
(Audrey Horn | Twin Peaks)

20130903

QUESTA NAVE

Sono ormai emigrati gli uccelli, hanno fissato il loro tradimento cantando, e le bandiere dimenticate orlano i muri diroccati. [...] Mai non ritorna questa nave; colui che si allontana ritorna cambiato dal tempo e dalla lotta. [...] Lo spinge il vento, lo affretta la pioggia, per i sentieri del mare, lo spinge il vento, lo affretta la pioggia, e la scia di questo naviglio è seminata di uccelli gialli.
(Pablo Neruda | L'Autunno Dei Rampicanti)

UNA BESTIA GRIGIA

Con gran passione le foglie si trascinano lamentandosi, gli uccelli si lasciano cadere dagli alti nidi e rotolano rumorosi fino al pallido tramonto, dove si stingono lievemente, ed esiste per tutta la terra un grave odore di spade polverose, un profumo senza riposo che, trasformato in una massa, sta fluttuando completamente disteso tra i lunghi diritti alberi come una bestia grigia, pelata, dalle ali lente.
(Pablo Neruda | L'Abitante E La Sua Speranza)

IN SU E IN GIÚ

Lei è seduta ai miei piedi, sul balcone; ci alziamo, la lascio, cammino, fischiettando vado in su e in giù per la stanza a grandi passi e accendiamo la lampada, mangiamo senza parlarci molto, lei davanti a me, toccandoci i piedi.
Più tardi la bacio e ci guardiamo in silenzio, avidi, risoluti, ma la lascio seduta sul letto. E torno a passeggiare per la stanza, in su e in giù, in su e in giù, e torno a baciarla, ma la lascio. Le mordo il braccio bianco, ma mi allontano.
Ma la notte è lunga.
(Pablo Neruda | L'Abitante E La Sua Speranza)

SE NON C'È

Se sta lavando, mi piace osservare le sue mani che si fanno azzurre per l'acqua fredda; se è nell'orto, mi piace vedere la sua testa tra i pesanti girasoli; se non c'è, mi piace vedere vuoto il cortile e l'orto e l'attendo senza desiderare che arrivi.
(Pablo Neruda | L'Abitante E La Sua Speranza)

TRANQUILLO

Sono stato spesso solo nella mia casa, mentre il temporale sferzava la costa. Sono tranquillo perché non ho paura della morte e non ho passioni, ma mi piace vedere il mattino che quasi sempre sorge limpido e splendente.
(Pablo Neruda | L'Abitante E La Sua Speranza)

CIÒ CHE È MEGLIO

Non mi interessa narrare cosa alcuna. Per me è dura fatica. Per ognuno che abbia coscienza di ciò che è meglio, ogni lavoro è sempre difficile. Io ho sempre una predilezione per le grandi idee, e benché la letteratura mi si presenti con grandi vacillazioni e dubbi, preferisco non far nulla e scrivere ballabili o divertimenti.
Ho un concetto drammatico della vita, e romantico; non mi corrisponde ciò che non giunge profondamente alla mi sensibilità.
[...]
Come cittadino sono un uomo tranquillo, nemico delle leggi, dei governi e delle istituzioni vigenti. Provo repulsione per ciò che è borghese, e mi piace la vita della gente quieta e insoddisfatta, siano questi artisti o criminali.
(Pablo Neruda | Prefazione a L'Abitante E La Sua Speranza)

20130823

QUANTO

Dall'esterno, oltre il patio, gli giunse un rumore che indicava che forse qualcuno degli animali non era ancora morto. Udì degli uggiolii, ma per quanto tendesse le orecchie non riuscì a capire di quale animale si trattasse. Probabilmente il cavallo, concluse. Era il caso che tornasse fuori a finirlo? Certamente. Ma ce l'avrebbe fatta? No, decise. Non posso. Creperei nell'andare o nel tornare. Dovrà morire per conto suo.
(Philip K. Dick | Confessioni Di Un Artista Di Merda)