20100716

PRATICANTI DELL'OBLIO

Si diceva che i grandi trafori, come il Sempione o il San Gottardo, fossero maledetti, che quando il treno entrava e la luce del mondo, diurna o notturna, doveva essere abbandonata per la durata del passaggio, breve che fosse, e il rombo minerale impediva la conversazione, allora certi spiriti che un tempo avevano scelto di abbandonarsi nella feroce oscurità intestinale della montagna riapparivano tra i passeggeri paganti, occupavano i posti vuoti, bevevano in quantità trascurabile dalla cristalleria lavorata delle carrozze ristorante, accoglievano se stessi nelle forme ascendenti del fumo di tabacco, propagandavano ricordo e redenzione agli orecchi dei commessi viaggiatori, dei turisti, dei risolutamente oziosi, dei ricchi irredimibili, e di altri praticanti dell'oblio, i quali non potevano sentire i visitatori altrimenti che con la chiarezza dei fuggitivi, degli esuli, dei dolenti e delle spie - di tutti quelli, cioè, che avevano raggiunto un accordo, e perfino occasioni di intimità, con il Tempo.
(Thomas Pynchon | Contro Il Giorno)

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