20120422

PARLARE E ASCOLTARE

Erano ossa e basta, ossa dentro una bara, ma le loro ossa erano le sue ossa, e lui andò a mettersi più vicino che poteva a quelle ossa, come se la vicinanza potesse unirlo a loro e ricollegarlo a tutto quello che se n'era andato. Per i novanta minuti successivi quelle ossa furono la cosa che contava di più. [...] Una vola riunito a quelle ossa, non poteva più lasciarle, non poteva non parlare con loro, non poteva che ascoltare quello che dicevano.
(Piliph Roth | Everyman)

VITALITÀ E CONSERVAZIONE

Questo era l'inesorabile trionfio della vitalità di lei sull'istinto di conservazione di lui, una forza, questa, di per sé non trascurabile. Era l'avventura più rischiosa della sua vita, quella, come cominciava solo confusamente a capire, che poteva distruggere ogni cosa. Solo di sfuggita gli sovvenne he poteva essere illusorio pensare, a cinquant'anni, di poter trovare un buco che sostituisse tutto il resto.
(Piliph Roth | Everyman)

MADRE E PADRE

Non era mai stato difficile capire i suoi genitori. Erano stati una madre e un padre. Non avevano molti altri desideri. Ma lo spazio occupato dai loro corpi adesso eera vuoto. La concretezza della loro vita non esisteva più.
(Piliph Roth | Everyman)

VITA E MORTE

Esisteva solo il nostro corpo, venuto al mondo per vivere e morire alle condizioni decise dai corpi vissuti e morti prima di noi. Se si fosse potuto dire che aveva individuato una nicchia filosofica in cui collocarsi, eccola. l'aveva trovata presto e intuitivamete, e per quanto elementare, era tutta lì. Se avesse mai scritto un'autobiografia, l'avrebbe intitolata Vita e morte diun corpo maschile.
(Piliph Roth | Everyman)

20120410

MONDO APERTO

Seduce la discesa
come già l'ascesa.
Non vi è sconfitta che sia fatta solo di sconfitte giacché
il mondo da lei aperto è sempre una terra
prima
insospettata.
(William Carlos Williams | La Discesa)

PIÙ NIENTE

Non so se ho paura della morte,
non so più niente da quando sono arrivata al mare.
(Marguerite Duras | C'est Tout)

QUELLO CHE C'È SEMPRE STATO

Cominciò ad annotare parole e frasi [...] e nello scriverle il polso ballava al ritmo di una poesia bizzarra: uva di mare, i miti della prosperità, ricordo continenti che non ho mai visto, isole perdute, Moby Dick, esiliati perpetui, paese non rima con il mio paese, il sole degli esuli, la mia razza ebbe origine come il mare, le distese al sole, Alexis Saint-Léger Léger, non è tanto un viaggio quanto una discesa, un pellegrinaggio al fondo di se stessi, viuzze di Ponta Delgada, disse Ulisse che di casa sua conosceva ogni rumore, l'alba nei porti, Lord Jim, sentirsi libero sulle isole, potenze oscure della natura umana, ritmo di vele sfibrate, aspirina e Coca-Cola, non potremo mai tornare a Itaca, spume esauste, non è verde Capo Verde, la smania dell'ultimo invidioso, l'estremità della corda, le onde, il cuore delle tenebre, le cabine della morte, quello che c'è sempre stato si ripete mortale nel nuovo che passa rapidissimo.
(Enrique Vila-Matas | Il Viaggio Verticale)

PIÙ O MENO COSCIENTE

"L'incredibile fortuna di questo mito, che attraversa trenta secoli di storia e cultura," sentì dire al professor Silveira, "è dovuta all'eterno sogno dell'uomo di sconfiggere le malattie e la morte e al tempo stesso al timore dell'aldilà. L'uomo non ha mai desiderato un paradiso al di fuori della terra e il cui tipo di beatitudine non sia in grado d'immaginare. È sempre stato convinto, più o meno coscientemente, che il paradiso si possa trovare in questo mondo, qualora fosse possibile vivere in qualche luogo privo degli aspetti tristi e dolorosi dell'esistenza."
(Enrique Vila-Matas | Il Viaggio Verticale)

INQUIETO E SOLITARIO

La mattina successiva, destandosi da un sogno inquieto, Mayol si trovò nel letto mutato in un'isola solitaria.
(Enrique Vila-Matas | Il Viaggio Verticale)

LA COSA GIUSTA

Franz Kafka ha scritto che si sentiva come qualcuno che avesse commesso un errore fondamentale nella vita ma non sapeva quale. Di Mayol, mentre viaggiava in aereo alla volta di Madeira, si sarebbe potuto dire qualcosa, a prima vista, di molto simile ma in realtà alquanto differente: aveva appena fatto la cosa giusta, ma non lo sapeva [...].
(Enrique Vila-Matas | Il Viaggio Verticale)

UNA SEMPLICE SUCCESSIONE

Decise che non gli interessava, alla sua età, diventare il protagonista di nessuna avventura cinematografica e forse la cosa migliore sarebbe stata diventare il personaggio principale di una semplice successione di addii.
(Enrique Vila-Matas | Il Viaggio Verticale)

OFFERTA IMPASSIBILE

Vide passare quel fantasma come se fosse un'enorme allucinazione. Lo vide offrirsi impassibile ai fiotti d'acqua che scendevano dalle grondaie, e lo seguì con lo sguardo fino a quando sparì dietro l'angolo, poco dopo aver fatto saltare a destra e a manca gli schizzi di fango di alcune pozzanghere che [...] si sarebbero trasformate in un solido, ma al tempo stesso limaccioso, strano aricordo dotato di futuro.
(Enrique Vila-Matas | Il Viaggio Verticale)

PESSIMO FINALE

Pensò alla sua vita. Non gli piaceva, non poteva piacergli, sembrava destinata ad un pessimo finale. Si disse che forse la vita autentica è molto spesso quella che non si vive.
(Enrique Vila-Matas | Il Viaggio Verticale)

COVNENIENZA INCESSANTE

Ti conviene, ti conviene, ti conviene viaggiare. La frase martellava la mente di Mayol, ancora un po' bagnato, seduto a un tavolino del bar di calle Balmes, mentre udiva incessantemente che gli conveniva, gli conveniva, gli conveniva viaggiare.
(Enrique Vila-Matas | Il Viaggio Verticale)

20120402

NEMMENO UN PO'

"Io credo che Fernando si innamorò deliberatamente di quel genere d'amore che ci fa soffrire tanto perché lo teniamo segreto e non siamo (e certamente mai lo saremo) corrisposti; il che in fondo è un gran sollievo, perché è terribile essere amati, mi capisci un po', nonna?"
"No, niente" mi dice.
"Per niente?" quasi le grido.
"Sei molto nervosa, Ana Maria."
"Ma mi capisci almeno un po'?"
"No," dice. "Niente."
(Enrique Vila-Matas | Suicidi Esemplari)

IL GRANDE SOSPETTO

Nessuno ottiene niente che non abbia perseguito, ed io ero andata in quel manicomio proprio in cerca della conferma di un grande sospetto: che la solitudine è impossibile, giacché è popolata di fantasmi.
(Enrique Vila-Matas | Suicidi Esemplari)

DOPOTUTTO

Accelero il passo e dopo pochi istanti accuso un notevole calo di forze e mi dico che sto per cadere sull'asfalto. Penso subito che non è proprio il caso, dopotutto sono ancora giovane; il guaio è che mi figuro semnpre sull'orlo di un collasso, perché in maggiore o minor misura tiro avanti sempre stanco, stanco di questa orribile città, stanco del mondo e della stupidità umana, stanco di tanta ingiustizia.
(Enrique Vila-Matas | Suicidi Esemplari)

ANCORA MEGLIO

Sto bene nella mia terra e accanto al mare, dal quale non avrei mai dovuto allontanarmi tanto. [...] Essere vicino al mare, sul mare, per mare. Provo davanti ad esso una sensazione di libertà, probabilmente fallace, o ancora meglio: l'illusione di vivere.
(Enrique Vila-Matas | Suicidi Esemplari)

IN UN ALTRO POSTO

Anatol riappese il ricevitore. Pensò: l'obbligo dell'autore è scomparire. Bevve senza fretta il caffè, osservò che aveva smesso di piovere e poco dopo penetrò nell'oscurità del molo d'Europa. Pensò: ci sono persone che si trovano sempre bene in un altro posto.
(Enrique Vila-Matas | Suicidi Esemplari)