20091228

IL MONDO ESTERNO

La natura non mi procurava alcun sollievo. Il mondo esterno era finito. Ovunque fossi andato avrei sempre incontrato me stesso.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

TRISTI E PIENI D'AMORE

Lui si limitò a guardarla dall'alto del tavolo, a testa china, gli occhi scuri, caldi, tristi e pieni d'amore. Gli occhi di Milton erano talmente pieni d'amore che cercarvi la verità era impossibile.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

PIU' CHE NEL FUTURO

Non avevo ancora l'età per rendermi conto che la vita più che nel futuro ti proietta nel passato, indietro fino all'infanzia e a prima della nascita, fino a dove si comunica con i defunti.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

L'OGGETTO

Sembrava che il fatto di venire da una vecchia famiglia comportasse anche abitudini da vecchia, brutti vizi adulti e abuso di disperati palliativi. L'Oggetto era ancora troppo giovane perchè gli effetti si vedessero, non aveva le occhiaie nè le unghie ingiallite. Però la tendenza a una sofisticata rovina era evidente.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

VISIONE PERIFERICA

Tenendomi la mano per non perdere l'equilibrio, mentre gli alberi e i cespugli facevano strani movimenti obliqui nella sua visione periferica, Lefty si confrontava con la possibiità che la coscienza fosse un accidente biologico.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

TOCCAVA ALLA BARBA

La barba appiattiva la sua faccia già rotonda. Lui non la teneva in ordine e siccome dei suoi guai non diceva nemmeno una parola, toccava alla barba esprimere in silenzio tutte le cose che lui non si permetteva di dire.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

UN BATTESIMO OGGI

Alla fine, dando segno di cedimento, mio padre chiese: "Quanto vogliono per un battesimo, oggi?"
"Non costa niente."
Milton aggrottò la fronte. Dopo un momento di riflessione annuì, confermato nei propri sospetti. "Non chiedono niente, eh? Ti fanno entrare gratis e poi paghi per tutta la vita."
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

NEL COMPLESSO

Da bambina avevo una bellezza stravagante. Presi singolarmente, i miei tratti erano tutt'altro che perfetti, eppure nel complesso davano vita a un insieme attraente, un'involontaria armonia. Si intuiva anche qualcosa di mutevole, come se sotto il volto ve ne fosse un altro, con pensieri diversi.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

COMPLESSE EMOZIONI IBRIDE

Secondo me, le emozioni non possono essere descritte da singole parole. Io non credo in termini come 'tristezza', 'gioia' o 'rimpianto'. [...] Mi piacerebbe disporre di complesse emozioni ibride, costruzioni di tipo germanico come: 'la felicità che accompagna il disastro'. Oppure: 'il disappunto di dormire con la propria fantasia'.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

INFINITO ILLIMITATO

Nemmeno mio padre, in mare, pensava di farcela. In piedi a prua della nave trasporto truppe, fissava sull'acqua la fine ormai vicina. Non era tentato di pregare nè di regolare i suoi conti con Dio, percepiva l'infinito senza limitarlo con un desiderio umano.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

RACCONTAMI UNA STORIA

"[...] Qual'è la prima cosa che dice un bambino quando impara a parlare? 'Raccontami una storia.' E' così che capiamo chi siamo, da dove veniamo. Le storie sono tutto. E quale storia racconta la Chiesa? E' semplice. La più grande storia che sia mai stata raccontata."
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

IMPRIGIONATO

Lefty la conforta e si scusa, e girandosi su un fianco si sente imprigionato nella solitudine della paternità.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

FORME DI VITA

La gravidanza la faceva sentire vicina agli animali. Trovava imbarazzante essere pubblicamente colonizzata, gli squilibri orminali la facevano diventare paonazza. Sudava, le colava il trucco. L'intero processo era un residuo di stadi primitivi di sviluppo, la collegava a forme di vita inferiore.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

QUELLA MEMORIA

Ciò che dimenticano gli esseri umani ricordano le cellule. Il corpo, quella memoria da elefante...
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

ESSERI UMANI

Notizia storica: gli uomini smisero di essere umani nel 1913, l'anno in cui Henry Ford fece assemblare le vetture sul nastro trasportatore e costrinse gli operai ad adeguarsi alla velocità della catena di montaggio.
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

SONO QUI

"[...] Ascolta: la morte non è la fine di tutto. L'ho appena scoperto. Noi rimaniamo, persistiamo. I morti sanno che sono uno di loro, mi circondano. Tu non li vedi ma sono qui. Madri con i figli, donne anziane... tutti. Dì al cuoco di portarmi il pranzo."
(Jeffrey Eugenides | Middlesex)

20091031

ME AND THINGS

She was still hugging the cat. 'Poor slob,' she said, tickling his head, 'poor slob without a name. It's a little inconvenient, his not having a name. But I havent't right to give him one: he'll have to wait until he belongs to somebody. We just sort of took up by the river one day, we don't belong to each other: he's an indipendent, and so am I. I don't want to own anything until I know I've found a place where me and things belong togheter. I'm not quite sure where that is just yet. But I know what it's like.'
(T.Capote | Breakfast At Tiffany's)

20091028

EGO SUM

Nessun individuo che si serva davvero del proprio ego, del suo vero ego, riesce a trovare il tempo per qualche maledetto hobby.
(J.D.Salinger | Franny e Zooey)

ALMENO TRE

Quasi nello stesso istante, la porta della sala d'aspetto si spalancò con fracasso e i ragazzi che erano rimasti al caldo cominciarono a uscire incontro al treno. Davano l'impressione di avere almeno tre sigarette accese in ogni mano.
(J.D.Salinger | Franny e Zooey)

20091015

SEDUTO TRANQUILLO

Spiegò anche come avesse sconfitto i suoi nemici, come li avesse perdonati, esattamente come essi avevano agito con lui, in quei tempi avventurosi; come avesse supplicato, lusingato, tiranneggiato città, compagnie, sindacati, sempre per un loro bene duraturo; come si fosse trascinato intorno, attraverso o sotto montagne e burroni, tirando dietro due sottili rotaie serpeggianti e, finalmente, come si fosse seduto tranquillo, mentre promisque comunità laceravano gli ultimi frammenti della sua personalità.
(Rudyard Kipling | Capitani Coraggiorsi)

20090822

THOSE DAYS

This is one of those days that the pages of history suggest is best spent lying in bed.
(Roland Young | The Philadelphia Story)

20090630

RISCHIO

Non posso tornarmene guardando indietro, rischio di sbattere da qualche parte.
(Luca Malorni)

20090511

I.N.

Indicativo negativo.
(Gealach)

20090507

ARTE

Rifiutare è un'arte.
(Gealach)

20090420

ALTRA SCELTA

Ma cosa importava? Meglio non discutere, ormai era tutto finito. Non aveva altra scelta se non sentirsi libero.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

UNA VOLTA PER TUTTE

Aveva accettato che il mondo lo incatenasse in modo irrevocabile, ed era entrato, una volta per tutte, in quel labirinto di misteri che è la vita di un uomo normale.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

STRATAGEMMI E BUGIE

Era l'autobiografia di un uomo che non sapeva porsi di fronte a se stesso, un intreccio complicato di stratagemmi e bugie, senza la capacità artistica di trasmettere, anche inconsapevolmente, la propria realtà.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

IN SUPERFICIE

Le facce dei bambini erano stupite, esitanti. Il lento, triste, oscuro sottomarino che trasportava il carico delle loro vite, era improvvisamente emerso in superficie. Nel loro sangue ora circolava disordinatamente l'azoto della meraviglia. Nessuno rideva o sorrideva, ma si sa che quando si divertono davvero, i bambini sono sempre seri.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

PERFETTAMENTE

Era vissuto nella capanna costruita dagli esploratori tedeschi mangiando lattine di carne e biscotti vecchi di trentun anni, con la sola compagnia della radio e di un pinguino morto perfettamente conservato.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

LA STAZIONE

Tutti e due avevano sentito varie volte, in certe sere, mentre si affrettavano ad andare dalla torre con l'antenna o dall'hangar verso l'oblò che portava alla salvezza e al calore, un movimento, ai margini della Stazione, una presenza, qualcosa che lottava per liberarsi dai venti, dall'oscurità, dalle torri incombenti, dai denti puntuti e frastagliati dei ghiacci. Con un brivido nella nuca, correvano, loro malgrado, con la paura che gli risuonava nelle ossa, sicuri, come un bambino che si precipita su dalle scale della cantina, di essere inseguiti da qualcosa di minaccioso. L'Antartide era bellissima.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

FINO AD ALLORA

Non ti scriverò più, a meno che non abbia notizie che sia giusto tu conosca. Fino ad allora sappi, caro, che sei nei miei pensieri ogni istante della mia vita da sveglia e anche nei miei sogni, clinicamente poco interessanti.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

SCOMPARSA

Eppure nei suoi occhi c'era qualcosa che era difficile leggere, e che lei non voleva far leggere, il vuoto che negli animali predatori nasconde un calcolo ostile e nella preda fa parte dello sforzo schiacciante di far credere di essere scomparsa.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

LOREN MAC IVER

Alta, un po' troppo esile, seconfo Joe, ma con un tipo di bellezza newyorkese - intensa, nervosa, elegante - [...].
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

UNA BELLA GIORNATA

Joe alzò il traballante telaio della finestra e mise fuori la testa. Sarebbe stata una bella giornata. Il cielo, a est, era di un azzurro Superman.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

6011

Il lunedì apparve fin dalle prime ore come la più bella mattinata nella storia di New York. Il cielo era azzurro come il nastro annodato al collo di un agnellino il giorno della premiazione. In cima al Crysler Building, l'acciao dei doccioni aerodinamici scintillava come la sezione di una tromba. Molti dei 6011 alberi di mele dell'isola erano carichi di frutti. C'era nell'aria un odore agreste di frutta e sterco di cavallo.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

STUDIO BROCCHI

Come fanno da sempre i giovani quando la tensione è stata tropo forte, decisero di riposarsi e prendere tempo. Si tolsero le scarpe, si rimboccarono le maniche, si allentarono il nodo alla cravatta. Cercarono dei portacenere, spostarono mUcchi di riviste dal pavimento, misero un disco, si comportarono, insomma, come se fossero a casa loro. Erano nella stanza dove ragazzi geniali tenevano le loro tavole da disegno e i loro sgabelli, una stanza che, nel corso del tempo, era stata chiamata il Recinto, il Buco, la Topaia, lo Studio Brocchi, definizione, quest'ultima, applicata spesso a tutto l'appartamento, all'edificio e qualche volta anche al vicinato o, quando dalla finestra del bagno il cielo era color whisky e cenere, in una cupa mattinata afflitta dai postumi dell'alcol, a tutto questo maledetto mondo fetente. Per qualche tempo, nel secolo scorso, era stata l'elegante camera da letto di una signora.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

NEANCHE UNO

Era più bassa di dieci centimetri del suo piccolissimo marito, gli occhi grigi come la pioggia in fondo a un piatto dimenticato fuori della finestra. Aveva i capelli neri, raccolti in una crocchia dalla quale non ne sfuggiva neanche uno. Era impossibile, per Sammy, pensarla innamorata [...].
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

VAUDEVILLE

Il Wertz vaudeville, compagnia di giro, la primavera di quell'anno aveva cessato l'attività, vittima di Hollywood, della Depressione, dell'insufficienza organizzativa, del brutto tempo, dei cattivi attori, del filisteismo e di altri flagelli e tempeste, che il padre di Sammy evocava uno a uno, con rabbia incantatrice, durante le lunghe passeggiate che facevano insieme quell'estate. Senza coerenza o logica, attribuiva la colpa della sua condizione di disoccupato ai banchieri, ai sindacati, ai finanziatori, a Clark Gable, ai cattolici, ai protestanti, ai proprietari dei teatri, all'entrata in scena delle ballerine, a quella dei barboncini, a quella delle scimmiette, ai tenori, al Canada di lingua inglese, al Canada di lingua francese e, più semplicemente, a Hugo Wertz.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

TRUDI

Dopo aver sollevato Josef dal peso della sua innocenza, la sera prima, con un procedimento che aveva richiesto meno tempo di quanto ne fosse occorso ora per praparare un bricco di caffè, Trudi si era infilata il suo chimono rosa ciliegia ed era andata in salotto a studiare un testo di flebotomia, lasciando a Josef il calore del suo copriletto di piuma d'oca, il profumo di giglio della sua nuca e della sua guancia rimasto sul cuscino fresco, il buio odoroso della sua camera e la vergogna del piacere che lei gli aveva dato.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

ASSENSO NON ASSENSO

Kornblum assentì ma non disse niente, e quel silenzio valse a cancellare l'assenso.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

I BAFFI DI SUO PADRE

La sorpresa di sentirsi sulla guancia i baffi di suo padre umidi di lacrime, aveva mortificato Josef, che si era tirato indietro.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

NON RESTAVA CHE IL RICORDO

Non era bello, secondo qualsiasi canone tradizionale lo si volesse considerare. La faccia era un triangolo capovolto, la fronte larga, il mento appuntito, le labbra sporgenti, il naso petulante. Aveva un'andatura goffa e pesante, portava male gli abiti: sembrava che qualcuno lo avesse appena aggredito per rubargli i soldi del pranzo. Passava la mattinata con la guancia glabra dell'innocenza ma, a mezzogiorno, di una buona rasatura non restava che il ricordo e quell'ombra da vagabondo sulla mascella non bastava a farlo sembrare un duro. Pensava d'essere brutto, ma perchè non s'era mai visto mentre dormiva.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

20090410

QUESTI TEMPI

"Un giorno di questi entrerò in coma e non mi risveglierò."
"Ma non soffrirai."
"Di questi tempi è già qualcosa."
(Massimo Carlotto e Beniamino Rossini | La Terra Della Mia Anima)

LA CIFRA

Qualunque sia la cifra, non merita mai una sparatoria, ma questo lo capisci solo quando le tue pistole sono scariche.
(Massimo Carlotto e Beniamino Rossini | La Terra Della Mia Anima)

20090325

ABBASTANZA IN FRETTA

Non sono un espertissimo delle staminali embrionali, ma posso diventarlo abbastanza in fretta.
(Luca Malorni)

20090319

TRE INFERNI

Non ho saputo più nulla, a parte il fatto che ha lasciato un biglietto dove c'era scritto che era andato su in cielo a concludere un accordo. Era tutto quel che c'era scritto, il che mi ha fatto preoccupare non poco, come si può ben immaginare. Dopodichè mi arriva una telefonata e gli dico "Dove sei?" e lui mi risponde che sta chiamando da una cabina telefonica da qualche parte in mezzo al deserto e che c'è Eloisa che gli appare su tutti i pali della luce e dall'aranceto si sta alzando una nebbiolina d'acqua santa e avanti così con tutti questi discorsi folli. Così gli ho detto "Piantala di dire stronzate poetiche". E allora lui mi dice che l'autobus sta partendo, che deve andare, e appende, proprio così. Poi la mattina dopo, prima ancora che sia passato il postino, trovo una cartolina con la foto delle Soda Mountains al chiaro di luna, e sul retro ci ha scritto "Inferno. Inferno. Inferno." Tu cosa pensi?
(David thomas | Non Ho Saputo Più Nulla)

20090120

OK

Dio sussurra solo ai grandi poeti, a quelli realmente posseduti. Io ho aspettato. Non è successo niente. Ok, non mi sta parlando. Allora proviamo a immaginare, cosa mi avrebbe detto se avesse sussurrato?
(Orhan Pamuk | The Believer Anno IV No.4, Maggio 2006)

20090109

MALE

Le ginocchia sono state progettate male.
(Luca Pitoni)