20131229

A UNO A UNO

È in quel luogo che comincia a mettere per iscritto le sue memorie e, fin dalla prima pagina, parla degli alberi che ha piantato e di quelli di cui si prende personalmente cura, a uno a uno. Adesso, scrive, sono ancora così piccoli che, se mi metto tra loro e il sole, li investo della mia ombra. Ma in futuro, quando saranno cresciuti, mi restituiranno quell'ombra e proteggeranno la mia vecchiaia, così come io ho protetto la loro giovinezza.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

20131217

A PICCO

Ma quanto più mi avvicinavo ai ruderi, tanto più si dileguava l'idea che quella fosse una misteriosa isola dei morti e cresceva in me la sensazione di ritrovarmi fra i relitti della nostra civiltà, andata a picco nel corso di una catastrofe a venire.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

IMPROVVISATO E IRRAGIONEVOLE

I componenti della famiglia – saltava subito all'occhio – vagavano in continuazione per i corridoi e le scale della casa. Era raro vederli seduti, da soli o tutti assieme, finalmente un po' rilassati. Di solito prendevano in piedi persino i pasti. I lavori cui attendevano avevano sempre un che di improvvisato e irragionevole, sembravano l'espressione non di una quotidianità, comunque fosse, quanto piuttosto di una strana mania, o meglio di un perturbameto profondo e ormai cronico.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

AI MARGINI

Tutte le volte che, nei giorni successivi, mi stendevo a riposare su quel giaciglio, la mia coscienza cominciava a smarrirsi ai margini, sicché tavolta non avrei quasi saputo dire come fossi giunto lì o dove in generale mi trovassi. Ebbi più volte la sensazione di essere ricoverato in una specie di ospedale da campo, colpito da una grave febbre traumatica.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

20131216

CIÒ CHE SI INTENDE

E adesso ricordo anche di quella volta in cui mi rivelò che, quando si scrive, una delle principali difficoltà consiste nel pensare solo alla parola da affidare alla punta del proprio strumento di scrittura, dimenticando totalmente ciò che si intende esprimere.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

INVANO

Per settimane e mesi ci torturiamo invano il cervello, e a chi ce lo domandasse non sapremmo dire perché continuiamo a scrivere, se per abitudine o per ambizione, oppure perché non abbiamo imparato a fare altro, o per la meraviglia che ci prende davanti alla vita, o magari per amore della verità, per disperazione o per indignazione, così come non sapremmo mai dire se scrivere accresca in noi la saggezza o la follia.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

PER INTERO

Nell'agosto del 1861 nel suo esilio di Jehol, dopo mesi trascorsi all'insegna dell'irresolutezza, l'imperatore Xianfeng andò incontro alla fine di una vita breve, distrutta da eccessi di ogni sorta. Dal basso ventre l'acqua gli era salita già fino al cuore e, come i pesci nel mare, le cellule del suo corpo in graduale disfacimento nuotavano nel liquido salino che sfuggiva alla circolazione sanguigna e si infiltrava in tutti gli interstizi del tessuto corporeo. Con brevi soprassalti di coscienza, Xianfeng visse simbolicamente nelle proprie membra morenti e negli organi inondati di sostanze velenose l'invasione subita dalle province del suo Impero a opera delle potenze straniere. Lui stesso non era altro, ormai, che il campo di battaglia dove giungeva a compimento la disfatta della Cina, e questo finché il 22 del mese le ombre della notte si posarono su di lui ed egli precipitò per intero nel delirio della morte.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

SULLA PROMENADE

Quando passo per Southwold, il Sailors' Reading Room è di gran lunga il mio posto preferito. Migliore di qualsiasi altro per leggere, scrivere lettere, abbandonandosi ai propri pensieri oppure, durante il periodo invernale, guardare semplicemente fuori il mare in burrasca che si abbatte sulla promenade.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

A SCHEVENINGEN

Quando alla fine raggiunsi la spiaggia, ero così stanco che mi sdraiai sulla sabbia e dormii fino al tardo pomeriggio. Udivo il fruscio del mare, quasi in sogno capivo, a una a una, tutte le parole olandesi e, per la prima volta nella vita, mi parve di essere arrivato a casa. Persino al risveglio ebbi ancora per un istante la sensazione che lì, attorno a me, il mio popolo si fosse concesso una sosta durante la traversata del deserto.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

LIMITE ESTREMO

In una lunga fila e a una distanza piuttosto regolare l'uno dall'altro seguono la linea della battigia. È come se gli ultimi epigoni di un popolo errante si fossero stabiliti laggiù, al limite estremo della terra, in attesa di quel miracolo nel quale da sempre tutti ardentemente speravano e che avrebbe giustificato l'intera catena di rinunce e peregrinazioni. [...] ciò che vogliono fare è forse semplicemente fermarsi in un luogo dove hanno il mondo alle spalle e davanti a sé nient'altro che il vuoto.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

GIÙ DA UNA SCOGLIERA

Non riuscivo a immaginarmi che là sotto in quell'intrico di muri qualcosa si muovesse ancora, ma avevo la sensazione di guardar giù da una scogliera verso un mare di pietre o una distesa di detriti, da dove le masse scure dei parcheggi multipiano svettavano come giganteschi massi erratici.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

20131211

KINÒS

Cinismo è ciò che provo, o ciò che non provo, in ogni momento. E chi sarebbe un cinico? Cinico. Faccia di cane. Condannato a vedere il cinismo ovunque.
(Martin Amis | La Casa Degli Incontri)

A RUOTA

Dal punto di vista delle sensazioni, dei centri nervosi, l'atto fisico restava la cosa più piacevole a cui riuscissi a immaginare di dedicarmi. Mi dissi che potevo concentrarmi solo sull'aspetto carnale. Ma quando il cuore se ne va, la testa, ben presto, lo segue a ruota. Divenne impossibile proteggermi dalla convinzione di compiere un gesto fondamentalmente stupido, come rispolverare un hobby inutile e impegnativo per il quale ormai ero diventato troppo grande. Quando hai perso il senso del gioco, indovina cosa diventa l'amore? Un lavoro.
(Martin Amis | La Casa Degli Incontri)

UNA MELA AL GIORNO

Tra il 1946 e il 1957 mangiai due mele, una nel 1949 e una nel 1955. Ora affrontavo di tutto pur di mangiare una mela al giorno. Il tizio che di solito me le vendeva sapeva che la frutta fresca era una prelibatezza in Unione Sovietica. Ma avevamo due concetti di mela diametralmente opposti. Lungo la fila per comprarle serpeggiavano correnti di riconoscimento e sospetto. Se la fila era lunga cinquanta russi, sette o otto erano stati via. E altri sette o otto avevano contribuito a mandarceli. Io scambiavo occhiate con uomini e donne che condividevano il mio concetto di mela. Mangiavamo tutto, il torsolo, i semi, il picciolo.
(Martin Amis | La Casa Degli Incontri)

ACCORDI

No, non mi sento shifato. Mi sento schifoso. [...] Ma più che altro vivo nella condizione perenne di chi ha perso le staffe. Ho perso le staffe tre giorni fa e non le ho ancora ritrovate. Sono ancher molto volubile, e già molto temuto in questo bar, dal personale come dagli avventori. Dopo essere stato zitto tanto tempo, ora sembro la versione molto più scalmanata del vecchio marinaio di Coleridge. Ho preso accordi con il bar: pago tutto io e parlo solo io.
(Martin Amis | La Casa Degli Incontri)

20131205

BEGEGNUNGEN

Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura.
(Gotthard Schuh)

Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura
"Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura
"Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura
"Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura
"Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura