20131127

GRANDADDY'S HOME #3

All that I'm askin' tonight
Is that I make it back home alive
No explosions, no crashes, no fights
I want to get back home
Back home
Back home
Back home tonight
(Grandaddy | Lost On Yer Merry Way)

20131126

GRANDADDY'S HOME #2

Here comes the chaos,
Perfectly on time again
Well is it ever gonna end?
I feel so far away from home
Always so far away
(Grandaddy | El Caminos In The West)

20131125

GRANDADDY'S HOME #1

I dream at night
Of going home someday
Somewhere so far away
So dream alright
I know it's going to take some time
I'm going home someday
(Grandaddy | Miner At The Dial-a-View)

20131122

SE ADESSO SONO QUI

Hosea si svegliò dal suo sonnellino con il torcicollo e la bocca secca. Nella stanza faceva molto più buio di prima. [...] Si sedette alla scrivania con le mani intrecciate sul grembo e si chiese, Stavo venendo qui o me ne stavo andando da qui? Be', pensò, Se adesso sono qui vuol dire che devo andarmene.
(Miriam Toews | Un Tipo A Posto)

COME VANNO LE COSE

Hosea detestava starsene sdraiato a parlare dopo aver fatto sesso. Preferiva andar fuori, accaldato e felice, per sentire la terra e il cielo, e se stesso schiacciato fra l'uno e l'altra, e per prendere atto, visto come vanno le cose nell'universo, di essere stato baciato dalla fortuna. Ma sapeva per esperienza che questo non era ciò che Lorna preferiva. Una volta l'aveva trascinata fuori nel buio, nuda e sudata, e lei aveva cominciato a tossire e a lamentarsi delle zanzare, e quando Hosea le aveva chiesto se si sentiva fortunata, lei aveva detto di no.
(Miriam Toews | Un Tipo A Posto)

NOI AGRICOLTORI

NIEMINEN: Che piccole queste patate.
M: Il tempo non è stato buono, ma bastano per una zuppa.
NIEMINEN: Quando hai intenzione di farla?
M: Come mai ti interessa tanto?
NIEMINEN: Ho una cipolla. Ci vuole la cipolla nella zuppa...
M: Fammela vedere.
NIEMINEN: Ce l'ho a casa.
M: Ho solo otto patate... Tre vanno messe da parte per l'inverno e almeno due per la prossima semina. Noi agricoltori dobbiamo pensare agli anni a venire. Mangiamo solo quello che ci avanza. Rimarrebbero tre patate e pensavo di invitare Irma a cena...
NIEMINEM: Allora per me non hai nulla?
M: No.
NIEMINEN: Sei un egoista.
M: Sono soltanto un realista. Voi di città siete figli del momento.
NIEMINEN: Per quanto ne sai potresti essere anche tu di queste parti.
M: Con un raccolto del genere? Lo escludo.
NIEMINEN: Dammene almeno metà contro lo scorbuto. Senza denti sono un uomo morto.
M: E va bene, ma non spargere la voce.
(Aki Kaurismäki | L'Uomo Senza Passato)

A FACCIA IN GIÙ

M: Cosa ti devo?
UOMO: Se mi trovi sulla strada a faccia in giù, rivoltami.
(Aki Kaurismäki | L'Uomo Senza Passato)

QUALCOSA DI MALE

I selvaggi se ne partono remando sulla loro bella preda, sereni e senza sospettare per niente di aver fatto qualcosa di male, ridendo anzi per essersi così facilmente conquistati un tesoro mai visto. A quegli ingenui pagani riesce altrettanto naturale — la gente nuda non ha tasche — ficcarsi nei capelli alcune cianfrusaglie luccicanti, come agli spagnoli, al pontefice o all'imperatore, pare giusto e naturale dichiarare senz'altro proprietà legale del cristianesimo sovrano tutte quelle isole non ancora scoperte, insieme ai loro abitanti e alla loro fauna.
(Stefan Zweig | Magellano)

UN ELEMENTO INCOMPRENSIBILE

Tutti i grandi eroismi dell'umanità, elevandosi al disopra della mediocrità terrena, serbano un elemento incomprensibile; ma appunto da quel tanto di incredibile che essa ha saputo compiere, l'umanità attinge la fede in se medesima.
(Stefan Zweig | Magellano)

SEMPRE E COMUNQUE

Il suo volto rabbiuato, dall'aria forestiera, quei tratti la cui miglior definizione è "levantini", le palpebre costantemente semiabbassate sui grandi occhi scuri, l'atteggiamento di chi, sempre e comunque, se ne sta in disparte non lasciavano molti dubbi sul fatto che andasse anoverato tra gli individui inconsolabili per natura.
(W. G. Sebald | Vertgini)

PIÙ CHE SUFFICIENTI

Le mie spiegazioni, pretestuose e in parte contraddittorie, gli furono con mia meraviglia più che sufficienti. In particolare riscossi la sua approvazione quando dissi che dentro di me, con il tempo, molte questioni si erano appianate, anche se con ciò non si erano fatte più chiare ma più misteriose ancora.
(W. G. Sebald | Vertgini)

UNA CIORCOSTANZA PER COSÌ DIRE NATURALE

In quasi tutti i cinegiornali, poi, si vedevano i cumuli di macerie di cui erano disseminate città come Berlino e Amburgo, e che per lungo tempo non avevo collegato ai bombardamenti degli ultimi anni di guerra, dei quali io nulla sapevo, ritenendoli piuttosto una circostanza per così dire naturale, tipica delle grandi città.
(W. G. Sebald | Vertgini)

TRA PROSSIMITÀ E DISTANZA

Il dottor K. sviluppa una frammentaria teoria sull'amore immateriale, dove non c'è differenza tra prossimità e distanza. Quando apriamo gli occhi, egli dice, sappiamo che la nostra felicità nasce dalla natura e non dai nostri corpi, i quali già da tempo ormai non appartengono più alla natura. Perciò tutti i falsi innamorati — e sono quasi la totalità — nell'amore tengono gli occhi chiusi oppure li spalancano per bramosia, il che è la stessa cosa. Non c'è altra condizione in ci gli esseri umani siano più disarmati e più fuori di sé, aggiunge. Sulle proprie idee, ormai, si è perso il dominio.
(W. G. Sebald | Vertgini)

NOTTE DOPO NOTTE

Un'unica massa umana variopinta si incuneava come una specie di corteo o processione negli angusti vicoli del paese, incassato tra il lago e la parete rocciosa. Una moltitudine di lemuri: volti scottati dal sole e lucidi di creme e belletti, che ondeggiavano su corpi strettamente avvinghiati. Parevano tutti infelici, costretti a vagare lì intorno, notte dopo notte.
(W. G. Sebald | Vertgini)

QUESTO FRASTUONO

Da questo frastuono — ecco la conclusione a cui sono giunto nel corso degli anni — nasce oggi la vita che verrà dopo di noi e che lentamente ci porterà alla rovina, così come noi lentamente portiamo alla rovina ciò che esisteva in precedenza.
(W. G. Sebald | Vertigini)

A PRORPIA INSAPUTA

Chi si inoltra in questa città non sa mai quale sarà la prossima cosa a capitare sotto i suoi occhi, o da chi verrà visto nel volgere di un attimo. Non si è ancora entrati in scena, che già la si abbandona per un'altra uscita. Queste brevi apparizioni sono di una teatralità addirittura spudorata, e al tempo stesso hanno in sé qualcosa di cospiratorio: una congiura in cui si è stati coinvolti senza volerlo e a propria insaputa. Se si cammina dietro a qualcuno in un vicolo dove non c'è anima viva, basta appena affrettare il passo, ed ecco un brivido di paura correre giù per la schiena di colui cui stiamo alle calcagna. È facile, per contro, passare dalla parte dei pedinati.
(W. G. Sebald | Vertigini)

LE OCCASIONI FAVOREVOLI

Ci mancò poco, credo, che quella mattina imparassimo entrambi a volare, o per lo meno che imparassi io quanto occorre per un vero e proprio schianto. Ma le occasioni favorevoli ce le lasciamo sempre sfuggire.
(W. G. Sebald | Vertgini)

SISTEMA PERFETTO

[...] gli parve che la sua vita fosse finalmente integrata in un sistema perfetto, o per lo meno incline alla perfezione, sistema nel quale vigeva un esatto rapporto fra bellezza e terrore.
(W. G. Sebald | Vertigini)

PER LE LUNGHE

Continuiamo ad aggiungere nuove storie, ci resta difficile metterci un punto, ma forse è anche perché chi racconta la vita ha la tendenza ad andare per le lunghe — tutto quello che facciamo è in un modo o nell'altro una lotta contro la morte.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

IL SANGUE CHE SCORRE

Ma a volte, e solo un attimo prima che il sonno ci prenda la sera, quando la giornata è finita con tutta la sua inquietudine, quando siamo distesi a letto ad ascolatare il sangue che scorre e il buio entra dalle finestre, a volte ci sorge il dubbio che il giorno appena passato non sia stato sfruttato a dovere, che si sia qualcosa che avremmo dovuto fare, solo nn sappiamo che cosa.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

UNA VITA PROPRIA

[...] se ne pentì amaramente, forse era stata l'invidia ad aprirle la bocca, il diavolo trova sempre un varco, fatto sta che si pentì amaramente di quelle parole, era desolata, avrebbe voluto tagliarsi la lingua.  Ma nemmeno il più disperato dei rimorsi può rimangiarsi le parole, che escono nel mondo e vivono una vita propria, niente più le ferma.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

DA LONTANO

Ma sono così tante le cose che vogliamo e così poche quelle che possiamo avere. Passò l'estate, ci fu sole e pioggia e vento e bonaccia. Vado a correre, diceva lei, faccio un giro fuori, diceva lui, controllo la recinzione, oppure non diceva proprio niente perché era il fattore e non doveva dare spiegazioni a nessuno quando usciva. Pensava ai suoi seni, alle sue natiche, e lei alle sue spalle larghe e ad affondare le mani nella sua carne morbida. Si incontravano sempre nello stesso posto e visti da lontano sembravano picchiarsi.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

20131109

UN' OTTIMA IDEA

Quando non si è tranquilli, magari ci si sente soli o si ha paura del buio, è un'ottima idea chiamare l'ora esatta, almeno si sente la voce di qualcuno, oltre ad avere la certezza che il tempo nonostante tutto è ancora la suo posto, non si lascia spiazzare, e quindi non c'è nessun motivo di disperarsi.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

DIECI ANNI

Sono passati meno di dieci anni da quando Hannes venne interrato nel buio della terra, dieci anni non è tanto, è un pensiero, una risposta, eppure il mondo può fare un salto mortale in meno tempo, il clima può cambiare, nuove specie di uccelli stanziarsi, un impero avere fine. Sì, la terra subisce rivolgimenti, ma noi ci reggiamo forte al tavolo della cucina.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

DIECI MANI

Delle sette donne, cinque sono ancora senza lavoro, dopo tutti questi anni. Cinque donne senza un'occupazione fanno dieci mani disoccupate. [...] Dieci mani in una stanza, dieci mani disoccupate che un tempo facevano parte di una catena, lasciavano un segno sulla vita di tutti i giorni, e guardale adesso, che spreco di mani, e il tempo passa.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)