20131229

A UNO A UNO

È in quel luogo che comincia a mettere per iscritto le sue memorie e, fin dalla prima pagina, parla degli alberi che ha piantato e di quelli di cui si prende personalmente cura, a uno a uno. Adesso, scrive, sono ancora così piccoli che, se mi metto tra loro e il sole, li investo della mia ombra. Ma in futuro, quando saranno cresciuti, mi restituiranno quell'ombra e proteggeranno la mia vecchiaia, così come io ho protetto la loro giovinezza.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

20131217

A PICCO

Ma quanto più mi avvicinavo ai ruderi, tanto più si dileguava l'idea che quella fosse una misteriosa isola dei morti e cresceva in me la sensazione di ritrovarmi fra i relitti della nostra civiltà, andata a picco nel corso di una catastrofe a venire.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

IMPROVVISATO E IRRAGIONEVOLE

I componenti della famiglia – saltava subito all'occhio – vagavano in continuazione per i corridoi e le scale della casa. Era raro vederli seduti, da soli o tutti assieme, finalmente un po' rilassati. Di solito prendevano in piedi persino i pasti. I lavori cui attendevano avevano sempre un che di improvvisato e irragionevole, sembravano l'espressione non di una quotidianità, comunque fosse, quanto piuttosto di una strana mania, o meglio di un perturbameto profondo e ormai cronico.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

AI MARGINI

Tutte le volte che, nei giorni successivi, mi stendevo a riposare su quel giaciglio, la mia coscienza cominciava a smarrirsi ai margini, sicché tavolta non avrei quasi saputo dire come fossi giunto lì o dove in generale mi trovassi. Ebbi più volte la sensazione di essere ricoverato in una specie di ospedale da campo, colpito da una grave febbre traumatica.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

20131216

CIÒ CHE SI INTENDE

E adesso ricordo anche di quella volta in cui mi rivelò che, quando si scrive, una delle principali difficoltà consiste nel pensare solo alla parola da affidare alla punta del proprio strumento di scrittura, dimenticando totalmente ciò che si intende esprimere.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

INVANO

Per settimane e mesi ci torturiamo invano il cervello, e a chi ce lo domandasse non sapremmo dire perché continuiamo a scrivere, se per abitudine o per ambizione, oppure perché non abbiamo imparato a fare altro, o per la meraviglia che ci prende davanti alla vita, o magari per amore della verità, per disperazione o per indignazione, così come non sapremmo mai dire se scrivere accresca in noi la saggezza o la follia.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

PER INTERO

Nell'agosto del 1861 nel suo esilio di Jehol, dopo mesi trascorsi all'insegna dell'irresolutezza, l'imperatore Xianfeng andò incontro alla fine di una vita breve, distrutta da eccessi di ogni sorta. Dal basso ventre l'acqua gli era salita già fino al cuore e, come i pesci nel mare, le cellule del suo corpo in graduale disfacimento nuotavano nel liquido salino che sfuggiva alla circolazione sanguigna e si infiltrava in tutti gli interstizi del tessuto corporeo. Con brevi soprassalti di coscienza, Xianfeng visse simbolicamente nelle proprie membra morenti e negli organi inondati di sostanze velenose l'invasione subita dalle province del suo Impero a opera delle potenze straniere. Lui stesso non era altro, ormai, che il campo di battaglia dove giungeva a compimento la disfatta della Cina, e questo finché il 22 del mese le ombre della notte si posarono su di lui ed egli precipitò per intero nel delirio della morte.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

SULLA PROMENADE

Quando passo per Southwold, il Sailors' Reading Room è di gran lunga il mio posto preferito. Migliore di qualsiasi altro per leggere, scrivere lettere, abbandonandosi ai propri pensieri oppure, durante il periodo invernale, guardare semplicemente fuori il mare in burrasca che si abbatte sulla promenade.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

A SCHEVENINGEN

Quando alla fine raggiunsi la spiaggia, ero così stanco che mi sdraiai sulla sabbia e dormii fino al tardo pomeriggio. Udivo il fruscio del mare, quasi in sogno capivo, a una a una, tutte le parole olandesi e, per la prima volta nella vita, mi parve di essere arrivato a casa. Persino al risveglio ebbi ancora per un istante la sensazione che lì, attorno a me, il mio popolo si fosse concesso una sosta durante la traversata del deserto.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

LIMITE ESTREMO

In una lunga fila e a una distanza piuttosto regolare l'uno dall'altro seguono la linea della battigia. È come se gli ultimi epigoni di un popolo errante si fossero stabiliti laggiù, al limite estremo della terra, in attesa di quel miracolo nel quale da sempre tutti ardentemente speravano e che avrebbe giustificato l'intera catena di rinunce e peregrinazioni. [...] ciò che vogliono fare è forse semplicemente fermarsi in un luogo dove hanno il mondo alle spalle e davanti a sé nient'altro che il vuoto.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

GIÙ DA UNA SCOGLIERA

Non riuscivo a immaginarmi che là sotto in quell'intrico di muri qualcosa si muovesse ancora, ma avevo la sensazione di guardar giù da una scogliera verso un mare di pietre o una distesa di detriti, da dove le masse scure dei parcheggi multipiano svettavano come giganteschi massi erratici.
(W. G. Sebald | Gli Anelli Di Saturno)

20131211

KINÒS

Cinismo è ciò che provo, o ciò che non provo, in ogni momento. E chi sarebbe un cinico? Cinico. Faccia di cane. Condannato a vedere il cinismo ovunque.
(Martin Amis | La Casa Degli Incontri)

A RUOTA

Dal punto di vista delle sensazioni, dei centri nervosi, l'atto fisico restava la cosa più piacevole a cui riuscissi a immaginare di dedicarmi. Mi dissi che potevo concentrarmi solo sull'aspetto carnale. Ma quando il cuore se ne va, la testa, ben presto, lo segue a ruota. Divenne impossibile proteggermi dalla convinzione di compiere un gesto fondamentalmente stupido, come rispolverare un hobby inutile e impegnativo per il quale ormai ero diventato troppo grande. Quando hai perso il senso del gioco, indovina cosa diventa l'amore? Un lavoro.
(Martin Amis | La Casa Degli Incontri)

UNA MELA AL GIORNO

Tra il 1946 e il 1957 mangiai due mele, una nel 1949 e una nel 1955. Ora affrontavo di tutto pur di mangiare una mela al giorno. Il tizio che di solito me le vendeva sapeva che la frutta fresca era una prelibatezza in Unione Sovietica. Ma avevamo due concetti di mela diametralmente opposti. Lungo la fila per comprarle serpeggiavano correnti di riconoscimento e sospetto. Se la fila era lunga cinquanta russi, sette o otto erano stati via. E altri sette o otto avevano contribuito a mandarceli. Io scambiavo occhiate con uomini e donne che condividevano il mio concetto di mela. Mangiavamo tutto, il torsolo, i semi, il picciolo.
(Martin Amis | La Casa Degli Incontri)

ACCORDI

No, non mi sento shifato. Mi sento schifoso. [...] Ma più che altro vivo nella condizione perenne di chi ha perso le staffe. Ho perso le staffe tre giorni fa e non le ho ancora ritrovate. Sono ancher molto volubile, e già molto temuto in questo bar, dal personale come dagli avventori. Dopo essere stato zitto tanto tempo, ora sembro la versione molto più scalmanata del vecchio marinaio di Coleridge. Ho preso accordi con il bar: pago tutto io e parlo solo io.
(Martin Amis | La Casa Degli Incontri)

20131205

BEGEGNUNGEN

Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura.
(Gotthard Schuh)

Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura
"Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura
"Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura
"Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura
"Ognuno rappresenta solo quello che vede, e ognuno vede solo quello che corrisponde alla sua natura

20131127

GRANDADDY'S HOME #3

All that I'm askin' tonight
Is that I make it back home alive
No explosions, no crashes, no fights
I want to get back home
Back home
Back home
Back home tonight
(Grandaddy | Lost On Yer Merry Way)

20131126

GRANDADDY'S HOME #2

Here comes the chaos,
Perfectly on time again
Well is it ever gonna end?
I feel so far away from home
Always so far away
(Grandaddy | El Caminos In The West)

20131125

GRANDADDY'S HOME #1

I dream at night
Of going home someday
Somewhere so far away
So dream alright
I know it's going to take some time
I'm going home someday
(Grandaddy | Miner At The Dial-a-View)

20131122

SE ADESSO SONO QUI

Hosea si svegliò dal suo sonnellino con il torcicollo e la bocca secca. Nella stanza faceva molto più buio di prima. [...] Si sedette alla scrivania con le mani intrecciate sul grembo e si chiese, Stavo venendo qui o me ne stavo andando da qui? Be', pensò, Se adesso sono qui vuol dire che devo andarmene.
(Miriam Toews | Un Tipo A Posto)

COME VANNO LE COSE

Hosea detestava starsene sdraiato a parlare dopo aver fatto sesso. Preferiva andar fuori, accaldato e felice, per sentire la terra e il cielo, e se stesso schiacciato fra l'uno e l'altra, e per prendere atto, visto come vanno le cose nell'universo, di essere stato baciato dalla fortuna. Ma sapeva per esperienza che questo non era ciò che Lorna preferiva. Una volta l'aveva trascinata fuori nel buio, nuda e sudata, e lei aveva cominciato a tossire e a lamentarsi delle zanzare, e quando Hosea le aveva chiesto se si sentiva fortunata, lei aveva detto di no.
(Miriam Toews | Un Tipo A Posto)

NOI AGRICOLTORI

NIEMINEN: Che piccole queste patate.
M: Il tempo non è stato buono, ma bastano per una zuppa.
NIEMINEN: Quando hai intenzione di farla?
M: Come mai ti interessa tanto?
NIEMINEN: Ho una cipolla. Ci vuole la cipolla nella zuppa...
M: Fammela vedere.
NIEMINEN: Ce l'ho a casa.
M: Ho solo otto patate... Tre vanno messe da parte per l'inverno e almeno due per la prossima semina. Noi agricoltori dobbiamo pensare agli anni a venire. Mangiamo solo quello che ci avanza. Rimarrebbero tre patate e pensavo di invitare Irma a cena...
NIEMINEM: Allora per me non hai nulla?
M: No.
NIEMINEN: Sei un egoista.
M: Sono soltanto un realista. Voi di città siete figli del momento.
NIEMINEN: Per quanto ne sai potresti essere anche tu di queste parti.
M: Con un raccolto del genere? Lo escludo.
NIEMINEN: Dammene almeno metà contro lo scorbuto. Senza denti sono un uomo morto.
M: E va bene, ma non spargere la voce.
(Aki Kaurismäki | L'Uomo Senza Passato)

A FACCIA IN GIÙ

M: Cosa ti devo?
UOMO: Se mi trovi sulla strada a faccia in giù, rivoltami.
(Aki Kaurismäki | L'Uomo Senza Passato)

QUALCOSA DI MALE

I selvaggi se ne partono remando sulla loro bella preda, sereni e senza sospettare per niente di aver fatto qualcosa di male, ridendo anzi per essersi così facilmente conquistati un tesoro mai visto. A quegli ingenui pagani riesce altrettanto naturale — la gente nuda non ha tasche — ficcarsi nei capelli alcune cianfrusaglie luccicanti, come agli spagnoli, al pontefice o all'imperatore, pare giusto e naturale dichiarare senz'altro proprietà legale del cristianesimo sovrano tutte quelle isole non ancora scoperte, insieme ai loro abitanti e alla loro fauna.
(Stefan Zweig | Magellano)

UN ELEMENTO INCOMPRENSIBILE

Tutti i grandi eroismi dell'umanità, elevandosi al disopra della mediocrità terrena, serbano un elemento incomprensibile; ma appunto da quel tanto di incredibile che essa ha saputo compiere, l'umanità attinge la fede in se medesima.
(Stefan Zweig | Magellano)

SEMPRE E COMUNQUE

Il suo volto rabbiuato, dall'aria forestiera, quei tratti la cui miglior definizione è "levantini", le palpebre costantemente semiabbassate sui grandi occhi scuri, l'atteggiamento di chi, sempre e comunque, se ne sta in disparte non lasciavano molti dubbi sul fatto che andasse anoverato tra gli individui inconsolabili per natura.
(W. G. Sebald | Vertgini)

PIÙ CHE SUFFICIENTI

Le mie spiegazioni, pretestuose e in parte contraddittorie, gli furono con mia meraviglia più che sufficienti. In particolare riscossi la sua approvazione quando dissi che dentro di me, con il tempo, molte questioni si erano appianate, anche se con ciò non si erano fatte più chiare ma più misteriose ancora.
(W. G. Sebald | Vertgini)

UNA CIORCOSTANZA PER COSÌ DIRE NATURALE

In quasi tutti i cinegiornali, poi, si vedevano i cumuli di macerie di cui erano disseminate città come Berlino e Amburgo, e che per lungo tempo non avevo collegato ai bombardamenti degli ultimi anni di guerra, dei quali io nulla sapevo, ritenendoli piuttosto una circostanza per così dire naturale, tipica delle grandi città.
(W. G. Sebald | Vertgini)

TRA PROSSIMITÀ E DISTANZA

Il dottor K. sviluppa una frammentaria teoria sull'amore immateriale, dove non c'è differenza tra prossimità e distanza. Quando apriamo gli occhi, egli dice, sappiamo che la nostra felicità nasce dalla natura e non dai nostri corpi, i quali già da tempo ormai non appartengono più alla natura. Perciò tutti i falsi innamorati — e sono quasi la totalità — nell'amore tengono gli occhi chiusi oppure li spalancano per bramosia, il che è la stessa cosa. Non c'è altra condizione in ci gli esseri umani siano più disarmati e più fuori di sé, aggiunge. Sulle proprie idee, ormai, si è perso il dominio.
(W. G. Sebald | Vertgini)

NOTTE DOPO NOTTE

Un'unica massa umana variopinta si incuneava come una specie di corteo o processione negli angusti vicoli del paese, incassato tra il lago e la parete rocciosa. Una moltitudine di lemuri: volti scottati dal sole e lucidi di creme e belletti, che ondeggiavano su corpi strettamente avvinghiati. Parevano tutti infelici, costretti a vagare lì intorno, notte dopo notte.
(W. G. Sebald | Vertgini)

QUESTO FRASTUONO

Da questo frastuono — ecco la conclusione a cui sono giunto nel corso degli anni — nasce oggi la vita che verrà dopo di noi e che lentamente ci porterà alla rovina, così come noi lentamente portiamo alla rovina ciò che esisteva in precedenza.
(W. G. Sebald | Vertigini)

A PRORPIA INSAPUTA

Chi si inoltra in questa città non sa mai quale sarà la prossima cosa a capitare sotto i suoi occhi, o da chi verrà visto nel volgere di un attimo. Non si è ancora entrati in scena, che già la si abbandona per un'altra uscita. Queste brevi apparizioni sono di una teatralità addirittura spudorata, e al tempo stesso hanno in sé qualcosa di cospiratorio: una congiura in cui si è stati coinvolti senza volerlo e a propria insaputa. Se si cammina dietro a qualcuno in un vicolo dove non c'è anima viva, basta appena affrettare il passo, ed ecco un brivido di paura correre giù per la schiena di colui cui stiamo alle calcagna. È facile, per contro, passare dalla parte dei pedinati.
(W. G. Sebald | Vertigini)

LE OCCASIONI FAVOREVOLI

Ci mancò poco, credo, che quella mattina imparassimo entrambi a volare, o per lo meno che imparassi io quanto occorre per un vero e proprio schianto. Ma le occasioni favorevoli ce le lasciamo sempre sfuggire.
(W. G. Sebald | Vertgini)

SISTEMA PERFETTO

[...] gli parve che la sua vita fosse finalmente integrata in un sistema perfetto, o per lo meno incline alla perfezione, sistema nel quale vigeva un esatto rapporto fra bellezza e terrore.
(W. G. Sebald | Vertigini)

PER LE LUNGHE

Continuiamo ad aggiungere nuove storie, ci resta difficile metterci un punto, ma forse è anche perché chi racconta la vita ha la tendenza ad andare per le lunghe — tutto quello che facciamo è in un modo o nell'altro una lotta contro la morte.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

IL SANGUE CHE SCORRE

Ma a volte, e solo un attimo prima che il sonno ci prenda la sera, quando la giornata è finita con tutta la sua inquietudine, quando siamo distesi a letto ad ascolatare il sangue che scorre e il buio entra dalle finestre, a volte ci sorge il dubbio che il giorno appena passato non sia stato sfruttato a dovere, che si sia qualcosa che avremmo dovuto fare, solo nn sappiamo che cosa.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

UNA VITA PROPRIA

[...] se ne pentì amaramente, forse era stata l'invidia ad aprirle la bocca, il diavolo trova sempre un varco, fatto sta che si pentì amaramente di quelle parole, era desolata, avrebbe voluto tagliarsi la lingua.  Ma nemmeno il più disperato dei rimorsi può rimangiarsi le parole, che escono nel mondo e vivono una vita propria, niente più le ferma.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

DA LONTANO

Ma sono così tante le cose che vogliamo e così poche quelle che possiamo avere. Passò l'estate, ci fu sole e pioggia e vento e bonaccia. Vado a correre, diceva lei, faccio un giro fuori, diceva lui, controllo la recinzione, oppure non diceva proprio niente perché era il fattore e non doveva dare spiegazioni a nessuno quando usciva. Pensava ai suoi seni, alle sue natiche, e lei alle sue spalle larghe e ad affondare le mani nella sua carne morbida. Si incontravano sempre nello stesso posto e visti da lontano sembravano picchiarsi.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

20131109

UN' OTTIMA IDEA

Quando non si è tranquilli, magari ci si sente soli o si ha paura del buio, è un'ottima idea chiamare l'ora esatta, almeno si sente la voce di qualcuno, oltre ad avere la certezza che il tempo nonostante tutto è ancora la suo posto, non si lascia spiazzare, e quindi non c'è nessun motivo di disperarsi.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

DIECI ANNI

Sono passati meno di dieci anni da quando Hannes venne interrato nel buio della terra, dieci anni non è tanto, è un pensiero, una risposta, eppure il mondo può fare un salto mortale in meno tempo, il clima può cambiare, nuove specie di uccelli stanziarsi, un impero avere fine. Sì, la terra subisce rivolgimenti, ma noi ci reggiamo forte al tavolo della cucina.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

DIECI MANI

Delle sette donne, cinque sono ancora senza lavoro, dopo tutti questi anni. Cinque donne senza un'occupazione fanno dieci mani disoccupate. [...] Dieci mani in una stanza, dieci mani disoccupate che un tempo facevano parte di una catena, lasciavano un segno sulla vita di tutti i giorni, e guardale adesso, che spreco di mani, e il tempo passa.
(Jón Kalman Stefánsson | Luce D'Estate Ed È Subito Notte)

20131018

EVERYONE ELSE

We have closed our eyes and given our consent. Everyone else is doing it. In the digital age, it is better to be unsafe than to be left out.
(G. Willow Wilson su The Circle di Dave Eggers | SFGate)

20131017

FRUTTI IMPURI

E non dimentichiamo mai la malinconia, il trito sentimentalismo, perfetti frutti impuri di meravigliosa qualità dimenticata, lasciati indietro dal frenetico libresco: la luce della luna, il cigno all'imbrunire, "cuor mio" sono senza dubbio il poetico elementare e imprescindibile. Chi rifugge dal cattivo gusto cade nel gelo.
(Pablo Neruda | Intorno A Una Poesia Senza Purezza)

20131007

REAL LIFE

I've been doing some research. In real life there is no algebra.
(Audrey Horn | Twin Peaks)

20130903

QUESTA NAVE

Sono ormai emigrati gli uccelli, hanno fissato il loro tradimento cantando, e le bandiere dimenticate orlano i muri diroccati. [...] Mai non ritorna questa nave; colui che si allontana ritorna cambiato dal tempo e dalla lotta. [...] Lo spinge il vento, lo affretta la pioggia, per i sentieri del mare, lo spinge il vento, lo affretta la pioggia, e la scia di questo naviglio è seminata di uccelli gialli.
(Pablo Neruda | L'Autunno Dei Rampicanti)

UNA BESTIA GRIGIA

Con gran passione le foglie si trascinano lamentandosi, gli uccelli si lasciano cadere dagli alti nidi e rotolano rumorosi fino al pallido tramonto, dove si stingono lievemente, ed esiste per tutta la terra un grave odore di spade polverose, un profumo senza riposo che, trasformato in una massa, sta fluttuando completamente disteso tra i lunghi diritti alberi come una bestia grigia, pelata, dalle ali lente.
(Pablo Neruda | L'Abitante E La Sua Speranza)

IN SU E IN GIÚ

Lei è seduta ai miei piedi, sul balcone; ci alziamo, la lascio, cammino, fischiettando vado in su e in giù per la stanza a grandi passi e accendiamo la lampada, mangiamo senza parlarci molto, lei davanti a me, toccandoci i piedi.
Più tardi la bacio e ci guardiamo in silenzio, avidi, risoluti, ma la lascio seduta sul letto. E torno a passeggiare per la stanza, in su e in giù, in su e in giù, e torno a baciarla, ma la lascio. Le mordo il braccio bianco, ma mi allontano.
Ma la notte è lunga.
(Pablo Neruda | L'Abitante E La Sua Speranza)

SE NON C'È

Se sta lavando, mi piace osservare le sue mani che si fanno azzurre per l'acqua fredda; se è nell'orto, mi piace vedere la sua testa tra i pesanti girasoli; se non c'è, mi piace vedere vuoto il cortile e l'orto e l'attendo senza desiderare che arrivi.
(Pablo Neruda | L'Abitante E La Sua Speranza)

TRANQUILLO

Sono stato spesso solo nella mia casa, mentre il temporale sferzava la costa. Sono tranquillo perché non ho paura della morte e non ho passioni, ma mi piace vedere il mattino che quasi sempre sorge limpido e splendente.
(Pablo Neruda | L'Abitante E La Sua Speranza)

CIÒ CHE È MEGLIO

Non mi interessa narrare cosa alcuna. Per me è dura fatica. Per ognuno che abbia coscienza di ciò che è meglio, ogni lavoro è sempre difficile. Io ho sempre una predilezione per le grandi idee, e benché la letteratura mi si presenti con grandi vacillazioni e dubbi, preferisco non far nulla e scrivere ballabili o divertimenti.
Ho un concetto drammatico della vita, e romantico; non mi corrisponde ciò che non giunge profondamente alla mi sensibilità.
[...]
Come cittadino sono un uomo tranquillo, nemico delle leggi, dei governi e delle istituzioni vigenti. Provo repulsione per ciò che è borghese, e mi piace la vita della gente quieta e insoddisfatta, siano questi artisti o criminali.
(Pablo Neruda | Prefazione a L'Abitante E La Sua Speranza)

20130823

QUANTO

Dall'esterno, oltre il patio, gli giunse un rumore che indicava che forse qualcuno degli animali non era ancora morto. Udì degli uggiolii, ma per quanto tendesse le orecchie non riuscì a capire di quale animale si trattasse. Probabilmente il cavallo, concluse. Era il caso che tornasse fuori a finirlo? Certamente. Ma ce l'avrebbe fatta? No, decise. Non posso. Creperei nell'andare o nel tornare. Dovrà morire per conto suo.
(Philip K. Dick | Confessioni Di Un Artista Di Merda)

DOVE

Era la caratteristica della sua filosofia, sempre quella, dove il ragionamento non conduceva a una soluzione o a un'intuizione ma ad altri ragionamenti, uno dopo l'altro. Le parole genravano parole.
(Philip K. Dick | Confessioni Di Un Artista Di Merda)

MENTRE

La luce del sole, quando raggiungeva i suoi occhi, non si rifletteva nel solito modo ma si frangeva in schegge. [...] Mentre parlava io continuavo a guardare quella luce frammentata. E mai una volta, in tutto il tempo che parlò, batté le palpebre.
(Philip K. Dick | Confessioni Di Un Artista Di Merda)

FINCHÉ

Un bambino è uno sporco animale amorale, privo di istinti o di razionalità, che se ne ha l'occasione sporca anche la sua tana. Di primo acchito non riesco a trovare in un bambino nessun aspetto positivo, a parte il fatto che finché è piccolo lo si può sempre prendere a calci.
(Philip K. Dick | Confessioni Di Un Artista Di Merda)

PERCIÒ

Aveva del tutto ripreso il controllo di se stessa, e Charley si accorse che non aveva paura, ma era molto circospetta. Quella sua straordinaria calma... la rapidità delle sue reazioni. Però si era fatta colpire senza poter reagire: non era stata abbastanza attenta. Perciò, pensò Charley, Fay non era perfetta come sembrava. Se fosse così dannatamente in forma – se tutta la ginnastica che fa ogni mattina servisse a qualcosa – sarebbe riuscita a bloccare il mio destro. Naturalmente, si disse, è piuttosto brava a tennis e a golf e a ping-pong... perciò è in gamba.
(Philip K. Dick | Confessioni Di Un Artista Di Merda)

DI MANO IN MANO

Ogni periodo di tempo presenta in pieno il decorso di questa lotta, nella quale la malizia storica finisce per avere il sopravvento sull'innocenza primordiale: le epoche che la storia ci tramanda con vanto come le sue più splendide, sono quelle in cui l'uomo più s'allontanava dalla Sapienza e da Dio: i cosiddetti Rinascimenti. [...] Il cammino dello spirito è lineare, la storia si affanna a deviarlo. La storia è l'offensiva testarda contro il cammino dello spirito che cerca la sua via verso l'eternità.
Ho detto che ogni periodo storico è un processo di deperimento. Tutti i tentativi di convivenza umana cominciano buoni poi s'aggrovigliano e decadono, perché da principio si fondano su leggi spontanee dell'animo umano, poi di mano in mano vi moltiplicano attorno cumuli di regole di natura razionale: di qui tutti i veleni che corrompono ogni convivenza solciale. Arrivata all'orlo dell'abisso l'umanità trova una scossa che la riporta in terreno piano, le ridà una speranza di luce: poi il processo ricomincia.
Possiamo dire che la storia è il tentativo della convivenza pratica e la sua ricorrente disfatta.
(Massimo Bontempelli | Postfazione all'Apocalisse di Giovanni)

20130812

UNA VOLTA LÀ

Ogni anno il pastore faceva rinchiudere all'ospizio almeno un paio di vecchi, anche se loro non volevano. Tutti infatti dicevano che una volta là dentro si moriva subito, e anche se si trattava di persone vecchissime, non volevano morire, e piangevano quando il pastore veniva a prenderli per accompagnarli al treno.
(John Kennedy Toole | La Bibbia Al Neon)

ALTRE PAROLE

Ho letto di nuovo il telegramma e ho pensato che era davvero buffo che poche lettere nere su un foglietto giallo avessero il potere di ridurre la gente nello stato in cui era adesso la mamma. Mi sono chiesto che effetto avrebbe fatto se quelle lettere si fossero scambiate di posto in modo da formare altre parole.
(John Kennedy Toole | La Bibbia Al Neon)

9 MARZO

Intorno a noi cadeva, in grandi quantità, materiale simile alle cenere. Verso sud, la cortina di vapore si era prodigiosamente innalzata sull'orizzonte e cominciava ad assumere una forma più distinta. Non avrei saputo a cosa paragonarla se non a una cataratta senza fine che precipitava silenziosa in mare da un immenso baluardo nel cielo in lontananza. Questo gigantesco sipario chiudeva l'orizzonte per tutta la sua estensione meridionale. Non emetteva alcun suono.
(Edgar Allan Poe | Le Avventure di Gordon Pym)

20130714

A PORTE APERTE

E anche la domenica, poi, quest'altra grande angoscia che tutti ci portiamo dentro, è diventata una galera. È da svariati anni che ha smesso di essere una giornata ed è diventata una galera. La grande galera a porte aperte dalla quale è impossibile uscire perché è dappertutto, infatti dovunque vai, se è di domenica, è domenica anche lì dove sei andato. [...] Perché la domenica non è più una vera giornata. Ci è rimasta soltanto la crosta di una giornata, questa crosta vuota senza niente dentro dove diventa finta anche l'aria. E tra l'altro c'è questa aria finta che se è brutto è peggio, ma come per miracolo se è bello, per esempio una bella domenica di aprile, è peggio lo stesso.
(Ugo Cornia | Le Pratiche Del Disgusto)

20130712

C'ERA UNA VOLTA

C'era una volta una ragazza di Nantucket.
No, davvero, è di là che veniva.
(Jonathan Lethem | Brooklyn Senza Madre)

NELLE ALTRE DIREZIONI

La zuppa era superba, una risposta e un rimprovero all'esplosione tossica che l'aveva preceduta. Mentre passava, diramò il suo calore nelle altre direzioni, giù per la gola e attraverso il petto e nelle spalle. [...] Fino a quando non mi ero consegnato alle cure di quella zuppa non mi ero accorto di quanto ero gelato, di che bisogno avevo di conforto. Fu come se la zuppa, alla lettera, mi abbracciasse il cuore.
(Jonathan Lethem | Brooklyn Senza Madre)

AL LORO POSTO

Quei muri del linguaggio erano sempre stati al loro posto, ora me ne rendevo conto, udibili alle mie orecchie, finché il cielo del Maine non li aveva assordati con l'urlo del silenzio.
(Jonathan Lethem | Brooklyn Senza Madre)

TRA ME E ME

La distanza tra noi era diminuita, ma la distanza tra me e me era enorme.
(Jonathan Lethem | Brooklyn Senza Madre)

IL MODO DI ARRIVARE

Ho sempre pensato che il paradiso fosse un posto dove va la gente che è stata buona in vita, ma non è così. [...] Il paradiso è un posto dove va chi non è riuscito a trovare la felicità sulla Terra. Qui mi hanno spiegato che i suicidi si reincarnano perché il fatto di non essere stati felici una volta non vuol dire che non possano esserlo iu na seconda. Chi non si è mai adattato a vivere, però, trova il modo di arrivare qui. Ognuno segue la propria strada per raggiungere il paradiso.
(Etgar Keret | Tubi)

UNA SPECIE DI SENTIMENTO

C'è un che di gradevole nel cibo casalingo, è difficile spiegarlo, ma è un qualcosa di unico, una specie di sentimento. Come se lo stomaco potesse distinguere il cibo che non hai pagato e che qualcuno ha preparato per te con un certo amore.
(Etgar Keret | Il Centro Vacanze Di Kneller)

20130709

RIDICOLA GENIA

Le parole non sono belle. Le lingue non sono belle. La creta bella non esiste; la creta è fango, è sporca. Così le parole. Le parole generano il "letterato", pseudo-uomo, antipoeta: la più ridicola genia che l'umanità abbia conosciuta. Temo che l'Italia sia la nazione che ne ha prodotti in maggior copia. Speriamo che stia esaurendoli.
(Massimo Bontempelli | L'avventura novecentista, III. Consigli)

20130607

TI VUOLE BENE

Se tua madre dice che ti vuole bene, verifica.
(John McIntyre | da The Old Editor Says, su Internazionale n.1003)

SCHERZO EPISTEMOLOGICO

L'universo della materia oscura fa parte del nostro universo, ma non ci sembrerà mai il nostro universo. La natura ci fa uno strano scherzo epistemologico. Tutte le cose che osserviamo hanno un unico tipo di esistenza, ma quelle che non siamo in grado di osservare potrebbero avere un numero infinito di tipi di esistenza. [...] Nel bene e nel male, vivere in un universo che è per la maggior parte inaccessibile significa vivere in un mondo di infinite possibilità.
(Alexander B. Fry | da Aeon, su Internazionale n.1002)

ANCHE SE

Il mondo che vediamo è un'illusione, anche se permanente.
(Alexander B. Fry | Internazionale n.1002)

20130508

A STAR

It's a good thing that I'm not a star,
you don't know how lucky you are.
(Willie Nelson | Sad Songs & Waltzes)

292

You know you enthrall me
but yet you don't call me:
It's making me blue,
Pantone 292
(The Magnetic Fields | Reno Dakota)

20130424

FRIENDS

My father was a fisherman, my mother was a fisherman's friend.
(Paul Simon | Duncan)

20130412

NOT NECESSARY

"[...] You may think that the equation is 'boat and water'. It's not. It's 'money and boat'. The water is not really necessary [...]"
(Anne Proulx | The Shipping News)

WEATHER HERE

"We better make tracks," she said. "This is not a good place to get caught in a snowstorm. Well do I know."
"In May?" said Quoyle. "Give me a break, Aunt."
"Any month of the year, my boy. Weather here beyond anything you know."
(Anne Proulx | The Shipping News)

THE IDEA OF NORTH

But the idea of north was taking him. He needed something to brace against.
(Anne Proulx | The Shipping News)

20130410

D'ALTRA PARTE

Fui incostante perfino nell'incostanza, poiché nei miei vagabondaggi l'idea di una felicità tranquilla e di una vita ritirata non mi ha mai abbandonato e d'altra parte me ne ha sempre distolto il gusto del cambiamento.
(Jan Potocki | Manoscritto Trovato A Saragozza)

IL CIELO VI PRESERVI

"Signor Hierro," rispose mio padre piuttosto acido "voi dimenticate che ieri ho avuto l'onore di mostrarvi una storia di fantasmi scritta di propria mano dal mio bisavolo."
"Monsignore," riprese Gracias "io non smentisco il bisavolo di Vostra Eccellenza."
"Che cosa intendete" disse mio padre "per 'non smentisco'? Non sapete che questa espressione suppone la possibilità di una smentita da voi data al mio bisavolo?"
"Monsignore," disse ancora Gracias "so bene di valere troppo poco perché Monsignore il vostro bisavolo potesse desiderare di trarre da me una qualsiasi soddisfazione."
Allora mio padre, assumendo un'aria ancora più terribile, disse:
"Hierro, che il cielo vi preservi dal fare delle scuse, perché questo supporrebbe un'offesa."
(Jan Potocki | Manoscritto Trovato A Saragozza)

UNA SPECIE D'ISOLA

Tuttavia la sua prima preoccupazione fu di mettere all'asciutto il letto della sua sposa. Nel salone c'era un camino alla fiamminga, intorno al quale potevano scaldarsi comodamente quidici persone, e la cui cappa formava come un tetto sostenuto da ogni lato da due colonne. La gola del camino fu chiusa e, sotto, fu collocato il letto di mia madre, con il comodino e una seggiola; poiché il focolare era rialzato di un piede, ne risultava una specie d'isola non facilmente abbordabile.
Mio padre si sistemò dall'altro lato del salone, su due tavole unite con delle assi, e tra il suo letto e quello della moglie fu costruita una passerella, rafforzata nel mezzo da una specie di diga fatta di bauli e di casse.
(Jan Potocki | Manoscritto Trovato A Saragozza)

UN PO' DI SANGUE

Mio padre, dopo aver un po' riflettuto, disse al colonnello:
"Signor cavaliere, credo che abbiate ragione e, se mi aveste fatto questa osservazione prima che io avessi tratto la spada, probabilmente non ci saremmo battuti, ma capirete bene che al punto in cui stanno le cose ci vuole un po' di sangue."
Il colonnello, che senza dubbio trovò quest'ultima ragione abbastanza buona, trasse anche lui la spada.
(Jan Potocki | Manoscritto Trovato A Saragozza)

LE DIMESIONI VOLUTE

Nel 1812, si ritira nella sua proprietà di Uladowka, in Podolia, da cui non esce se non per lavorare nella biblioteca di Krzemieniec. È nevrastenico, in preda a frequenti depressioni, e soffre di molte dolorosissime nevralgie. Durante questi accessi di malinconia, egli lima la palla d'argento che sormonta il coperchio della sua teiera. Il 20 novembre 1815, la palla ha le dimensioni volute. Dopo averla fatta benedire dal cappellano del castello, la introduce nella canna della sua pistola e si fa saltare le cervella.
(Roger Callois | Prefazione a Manoscritto Trovato A Saragozza)

20130329

PERSONE NORMALI

Un giorno Hina disse al marito di controllarle i capelli. Così mentre Kae le toglieva i pidocchi egli le disse: "Hai dei capelli grigi."
Lei allora gli rispose: "Non ha importanza, quando sarò divantata tutta grigia conosco il modo per diventare di nuovo giovane."
Poi disse al marito: "Ora controllo io i tuoi capelli," e così notò che anche Kae aveva molti capelli grigi. "Stai invecchiando, marito. Domani andremo tutti e due a fare del surf."
La mattina successiva scesero in spiaggia. [...] Kae, dopo aver cavalcato su tre onde, era sempre uguale e non mostrava trasformazioni di alcun genere. Toccò allora a Hina: salì sulle onde e dopo averne cavalcato tre uscì fresca come un gamberetto appena sgusciato.
"Guardami, marito, e dimmi se sono sempre la stessa."
Kae, stupito, rispose: "No, moglie mia."
Allora Kae si vergognò molto perché era stata Hina a riavere la giovinezza. In seguito a questo fatto Hina restò incinta. Kae desiderava tornare nella sua terra, che era abitata da persone normali.
(Antony Alpers | Leggende Dei Mari Del Sud)

MAIALE E TARTARUGA

"Sarà l'amicizia ristabilita? Potrai riguadagnarti il rispetto perduto? Mentre prima eri un uomo degno di mangiare maiale e tartaruga, come i tuoi antenati in questo posto, ora non lo sei più. Va' e mangia pescipalla allora, e muori. E se il pescepalla non ti ucciderà, Rata, va' a farti fottere."
(Antony Alpers | Leggende Dei Mari Del Sud)


SLAP

Prendi con forza 
L'imene.
Si solleva il clitoride
Ecco una donna;
Sotto vi è uno spacco
Che si apre con la punta delle dita.
È Tu-dalla-lunga-asta che la getta giù a terra
L'asta entra ed esce
Un improvviso flusso ne fuoriesce
Slappeti-slappeti-slap
(Antony Alpers | Leggende Dei Mari Del Sud)

20130321

ALLORA

Tutto è già stato detto, ma poiché nessuno ascolta bisogna allora ricominciare da capo.
(André Gide)

20130319

LA MANIERA DELLE ISOLE

Uma mi avvinghiò fra le sue braccia, si alzò stringendosi a me e mise la sua faccia contro la mia secondo la maniera di baciare delle isole, così che fui tutto bagnato dalle sue lacrime, e il mio cuore fu suo. Io non avevo mai avuto nulla che sentissi a me vicino come quella piccola ragazza bruna. Molte cose concorsero a farmi girare la testa. Era graziosa da mangiarsela; pareva la mia sola amica in quegli strani paesi; mi vergognavo di averle parlato duramente; era una donna, e mia moglie, e anche ina specie di bambina per la quale mi sentivo commosso; e il sale delle sue lacrime era sulle mie labbra.
(Robert Louis Stevenson | La Spiaggia Di Falesà)

NIENTE AFFATTO

Dicono che a un uomo faccia paura essere solo. Niente affatto. Quel che gli fa più paura al buio o in una macchia alta è che ci potrebbe essere un esercito attorno a lui senza che se ne possa accorgere.
(Robert Louis Stevenson | La Spiaggia Di Falesà)

20130118

FORZA, PRESENZA, FORMA

Tony non rispose. Ma Danny non aveva bisogno di una risposta. Sapeva. Era in corso una lunga festa in costume, da incubo, che proseguiva da anni. Un po' alla volta si era accumulata una forza, segreta e silenziosa come gli interessi su un conto bancario. Forza, presenza, forma... erano tutte parole, solo parole, e nessuna di esse contava qualcosa. Portava molte maschere diverse, ma era tutt'uno. Ora, da qualche parte, stava venendo a impadronirsi di lui. Si nascondeva dietro la faccia di papà, imitava la voce di papà, portava i vestiti di papà.
Ma non era il suo papà.
(Stephen King | The Shining)

LA DEFINIZIONE DELL'ETERNITÀ

E tuttavia non riusciva a raffrontare questi semplici simboli alla sfuggente, complessa realtà di sua madre; la mamma soddisfaceva la sua infantile definizione dell'eternità. Lei già esisteva quando lui non c'era ancora. Lei avrebbe continuato a esistere quando lui non ci fosse stato più. Riusciva ad accettare l'ipotesi della propria morte, vi aveva avuto a che fare dal momento dell'incontro nella camera 217.
Ma non quella di lei.
(Stephen King | The Shining)

20130107

CAPITOLO LXVI

CHE TRATTA DI QUEL CHE VEDRÀ CHI LEGGERÀ O CHE UDRÀ CHI LO SENTIRÀ LEGGERE
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

CAPITOLO LIV

CHE TRATTA DI COSE RIGAURDANTI QUESTA STORIA E NON ALTRA
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

SIAMO O NON SIAMO

[...] e che nessuno si burli di me, perché o siamo o non siamo noi [...]

I LIMITI DELLA NARRAZIONE

Or poiché egli si contiene e racchiude negli stretti limiti della narrazione, mentre avrebbe capacità bastevole e ingegno per comprendere l'universo intero, [l'autore] chiede che la sua fatica non venga disprezzata e gli si dia lode, non per quel che egli scrive, sì bene oer quello che ha tralasciato di scrivere.
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

EGLI DICE E IO CREDO

"Bella signora, quel cavaliere che si veda laggiù, chiamato il Cavaliere dai Leoni, è il mio padrone e io sono il suo scudiero che a casa sua si chiama Sancio Panza. Cotesto Cavaliere dai Leoni che non molto tempo fa si chiamava il Cavaliere dalla Triste Figura, manda a dire per mio mezzo a Vostra Grandezza che si compiaccia di dargli licenza che, con volontà, beneplacito e consenso suo, egli vanga ad effettuare il desiderio che ha e che altro non è, a quanto egli dice e io credo, di servire la vostra sublime altitudine e bellezza; che se vossignoria gliela darà farà cosa che ridonderà in bene suo, e lui riceverà un favore segnalatissimo e tanto piacere."
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

CAPITOLO XIII

DELLE MIRABILI COSE CHE L'INSUPERATO DON CHICHIOTTE RACCONTÒ D'AVER VISTO NEL PROFONDO ANTRO DI MONTESINOS, L'IMPOSSIBILITÀ E GRANDEZZA DELLE QUALI FANNO RITENERE APOCRIFA TALE AVVENTURA
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)

DI GUSTO

Il miglior condimento che ci sia è la fame. E siccome questa ai poveri non manca mai, sempre mangiano di gusto.
(Miguel De Cervantes | Don Chisciotte Della Mancia)