20120331

DI CUORE

E sono steso, con la gamba bendata, legata, rilegata, incatenata, in modo che non posso più neanche muovermi. Sono diventato scheletrico, da far paura. La mia schiena è piena di scorticature da decubito; non dormo neanche un minuto. E qui il caldo è diventato pesantissimo. Il vitto dell'ospedale, benché mi costi caro, è pessimo. Non so che fare.
[...]
Ma non spaventatevi troppo per tutto questo, giorni migliori verranno. Però, che triste ricompensa, a tanto lavoro, a tante privazioni e fatiche! Poveri noi! quant'è miserabile la nostra vita!
Vi saluto di cuore.
(Arthur Rimbaud | Lettere Dall'Africa)

UNO PER CINQUE

Il cibo pessimo, l'abitazione malsana, gli abiti troppo leggeri, le preoccupazioni d'ogni genere, la noia, la rabbia continua in mezzo ai negri non sai se più stupidi o più canaglie, tutto ciò agisce profondamente sul morale e sulla salute, in poco tempo. Qui, un anno ne vale cinque altrove.
(Arthur Rimbaud | Lettere Dall'Africa)

DESOLANTE TRADIMENTO

Per quel che mi riguarda, putroppo, non ho il tempo né di sposarmi, né di guardare gli altri sposarsi. [...] Sto bene, però mi s'imbianca un capello al minuto. Se continua così, temo che fra poco la mia testa diventi una specie di piumino incipriato. È desolante, questo tradimento del cuoio capelluto: ma che farci?
(Arthur Rimbaud | Lettere Dall'Africa)

QUEL PAESE

Mi dispiace di non poter fare un giretto all'Esposizione quest'anno, ma i miei introiti sono lontani dal consentirlo, e del resto qui sono assolutamente solo, e se parto io la mia azienda va a quel paese. Sarà dunque per la prossima; e forse, alla prossima, potrò esporre i prodotti di queste regioni, e forse potrò espormi anch'io, perché credo che si debba aver l'aria piuttosto stramba dopo un lungo soggiorno in posti come questo.
(Arthur Rimbaud | Lettere Dall'Africa)

UNA CATASTA DI COSE

Perché parlate sempre di malattia, di morte, di una catasta di cose sgradevoli? Allontaniamo tutto ciò da noi, e cerchiamo di vivere nel modo più confortevole possibile, nella misura del possibile.
(Arthur Rimbaud | Lettere Dall'Africa)

SINISTRO

In questi giorni sono tormentato da un reumatismo lombare, che mi fa impazzire; ne ho un altro alla coscia sinistra, che ogni tanto mi paralizza, ho un dolore al ginocchio sinistro, un reumatismo (già vecchio) alla spalla destra; ho i capelli assolutamente grigi. Immagino che la mia vita stia andando a rotoli.
Figuratevi come uno deve stare in salute, dopo imprese di questo genere: traversate di mare e viaggi a cavallo, in barca, senza vestiti, senza viveri, senz'acqua, ecc. ecc.
Sono enormemente stanco. Adesso sono disoccupato. Ho paura di perdere il poco che ho. Figuratevi che porto continuamente nella mia cintura sedicimila e rotti franchi d'oro; pesano intorno agli otto chili, e in più mi appioppano la dissenteria.
Eppure non posso tornare in Europa, per tante ragioni; prima di tutto, d'inverno morirei; poi, mi sono troppo abituato alla vita errante e autonoma; infine, non ho una possibilità di lavoro.
Dunque dovrò trascorrere il resto dei miei giorni vagando fra stenti e privazioni, con l'unica prospettiva di morire sulla breccia.
(Arthur Rimbaud | Lettere Dall'Africa)

I NOSTRI SUFFUMIGI

Siamo nei nostri suffumigi primaverili; le pelli grondano, gli stomaci s'inacidiscono, i cervelli si confondono, gli affari sono pestiferi, le notizie pessime.
(Arthur Rimbaud | Lettere Dall'Africa)

LA METÀ DELLA VITA

Non posso darvi un indirizzo per la vostra risposta a questa lettera, perché personalmente ignoro dove potrò essere trascinato fra non molto, e su quali strade, e per dove, e per che cosa, e come!
[...]
Dunque la mia vita è proprio un incubo. Non mettetevi in testa che io me la goda. Al contrario: ho visto da sempre, anzi, che non era possibile vivere più stentatamente di me.
[...]
Perdonatemi se vi racconto così minutamente i miei fastidi. Ma vedo che sto per avere trent'anni (la metà della vita!) e mi sono tanto stancato a girare per il mondo, senza nessun risultato. Voi, almeno non avete di questi brutti sogni; e mi piace rappresentarmi la vostra vita tranquilla, le vostre operazioni quiete. Possano durare così!
(Arthur Rimbaud | Lettere Dall'Africa)

20120324

QUEL CHE SUCCEDE

Accludo due fotografie di me stesso, fatte da me stesso. Sto sempre meglio qui che ad Aden. C'è meno lavoro, e più aria, verde, ecc...
[...]
Isabelle fa male a non sposarsi, se si presenta qualcuno di serio e istruito, qualcuno con un avvenire. Questa è la vita, e la solitudine quaggiù è una gran brutta cosa. Quanto a me, rimpiango di non essere sposato e di non avere una famiglia. Ma adesso io sono condannato a errare, legato a un'impresa lontana, e di giorno in giorno perdo l'inclinazione per il clima e la maniera di vivere e perfino la lingua d'Europa. Putroppo! a che servono tutte queste peregrinazioni, e questi strapazzi e queste avventure presso popoli strani, e queste lingue di cui ci si riempie la memoria, e questi affanni senza nome, se non mi è concesso di potermi riposare un giorno, dopo qualche anno, in un luogo che press'a poco mi piaccia, e trovare una famiglia, e avere almeno un figlio, che per il resto della vita io possa allevare a modo mio, e ornare e armare dell'istruzione più completa che sia possibile raggiungere ai tempi nostri, e vederlo diventare in ingnegnere famoso, un uomo potente e ricco grazie alla scienza? Ma chi può sapere quanto dureranno i miei giorni, tra queste montagne? E posso anche sparire, in mezzo a queste tribù, senza che nessuno ne sappia niente.
Mi parlate delle notizie politiche. Se sapeste quanto mi è indifferente tutto questo! Da più di due anni non ho aperto un giornale. Ormai, queste discussioni mi sono incomprensibili. Come i mussulmani, so che succede quel che succede, ed è tutto.
(Arthur Rimbaud | Lettere Dall'Africa)

NEI PASTICCI

Richiedete poi al Sig. Aubrey, costruttore, cours de Vincennes a Parigi, l'Album delle Segherie agricole e forsetali, che probabilmente mi avete già spedito a Cipro, e che non ho mai ricevuto. Costerà 3 franchi.
Chiedete anche al Sig. Pilter, quai Jemmapes, il suo grande Catalogo illustrato delle Macchine agricole, Franco di porto.
E infine, alla libreria Roret:
Manuale del Carradore,
Manuale del Conciatore,
Il perfetto Magnano, di Berthaut,
Lo sfruttamento delle Miniere, di J.F.Blanc,
Manuale del Vetraio,
Manuale del Mattonaio,
Manuale del Maiolicao, Vasaio, ecc.
Manuale del Fabbricante di candele,
Guida dell'Armaiolo
Guardate il prezzo dei volumi e, se è possibile, li richiederete contro assegno; e al più presto: ho bisogno soprattutto del Conciatore.
[...]
Sarei nei pasticci se tutto questo non mi arrivasse per l'11 dicembre. Dunque arrangiatevi, affichè il tutto sia a Marsiglia il 26 novembre. Aggiungete il Manuale del Telegrafo, il Piccolo Falegname e il Decoratore.
Ho scritto due mesi fa e non ho ancora ricevuto i libri arabi che avevo chiesto. Dovete fare le spedizioni con la Compagnia delle Messaggerie marittime. Del resto, informatevi.
(Arthur Rimbaud | Lettere Dall'Africa)

20120322

WHEN YOU NEED THEM

Animal think they're pretty smart
Shit on the ground, see in the dark

They wander around like a crazy dog
Make a mistake in the parking lot
Always bumping into things
Always let you down down down down

They're never there when you need them
They're never there when you call them
They're never there when you need them
They're never there when you call them down down down down

(Talking Heads | Animals)

20120313

QUELLI CHE SI SIEDONO

¡Amadas sean las orejas sánchez,
amadas las personas que se sientan,
amado el desconocido y su señora,
el prójimo con mangas, cuello y ojos!

¡Amado sea aquel que tiene chinches,
el que lleva zapato roto bajo la lluvia,
el que vela el cadáver de un pan con dos cerillas,
el que se coge un dedo en una puerta,
el que no tiene cumpleaños,
el que perdió su sombra en un incendio,
el animal, el que parece un loro,
el que parece un hombre, el pobre rico,
el puro miserable, el pobre pobre!

(César Vallejo | Traspié Entre Dos Estrellas)

20120306

UN GIORNO ALL'ALBA

È questo il sogno. Che un giorno all'alba ci troviamo a entrare nelle acque di una baia la cui esistenza ignoravamo.
(Olav H.Hauge | Det Er Den Draume)

PIÙ PRECISO

Non puoi essere più preciso?
Boh, le rispondo. Posso essere meno preciso. Di più, no.
(Erlend Loe | Doppler, Vita Con L'Alce)

QUASI SEMPRE

Il problema con gli umani è che non appena occupano uno spazio, sono loro che uno vede e non lo spazio. Vasti paesaggi deserti smettono di essere vasti e deserti se solo contengono una o poche più persone. Sono quelle che detrerminano dove si poserà lo sguardo. E lo sguardo degli umani è quasi sempre diretto verso altri umani. Così si crea l'illusione che sulla terra l'essere umano sia più importante di tutto ciò che non è umano.
(Erlend Loe | Doppler, Vita Con L'Alce)

DI COLPO

È diventato molto più difficile fare le cose e impossibile non fare niente. È stressante non fare niente quando c'é gente sempre tra i piedi. Di colpo devo dare spiegazioni.
(Erlend Loe | Doppler, Vita Con L'Alce)

PROVA VIVENTE

L'ultimo giorno di gennaio mi viene in mente che è ormai praticamente un mese che non scambio parola con un umano. Eppure va che è una meraviglia. Con tutto quello che si può dire agli altri, io non ho detto niente a nessuno. Sono la prova vivente che in fondo non c'è neanche tanto da dire.
(Erlend Loe | Doppler, Vita Con L'Alce)

SOMMO CONCENTRATO

Guardare la TV per me è come sfogliare un'encliclopedia sul perché non mi piace la gente. La tele è il sommo concentrato di tutto quello che c'é in noi di rivoltante. Tutto ciò che già nella realtà è difficile da accettare come carattere specificamente umano, alla tele diventa di un'evidenza mostruosa. La gente sembra idiota. In TV perfino io sembrerei un idiota.
(Erlend Loe | Doppler, Vita Con L'Alce)

TUTTO IL POSSIBILE

Bisognerebbe esortare i giovani a scambiare merci e servizi piuttosto che comprare tutto il possibile. Ne va del futuro della Terra. Perché la Terra non appartiene agli uomoni, sono gli uomini che appartengono alla Terra. [...] E come può uno mettersi a comprare o vendere qualsiasi cosa? Sì, perché chi possiede il tepore dell'aria o il fruscio del vento tra gli alberi? E la linfa nei rami contiene il ricordo di quelli che sono vissuti prima di noi. E il gorgoglio del ruscello ha in sé la voce di mio padre e anche quella del padre di mio padre. Dobbiamo insegnare ai nostri figli che il suolo su cui camminiamo racchiude le ceneri dei nostri antenati, e che tutto quanto accade alla Terra accadrà anche a noi [...]
(Erlend Loe | Doppler, Vita Con L'Alce)

LA STESSA SORTE

Nella buona e nella cattiva sorte, abbiamo dichiarato quando si siamo sposati. Il problema ovviamenete è che la stessa sorte può essere buona per uno e cattiva per l'altra.
(Erlend Loe | Doppler, Vita Con L'Alce)

PER L'ULTIMA VOLTA

Uno c'è e poi non c'è più. Da un giorno all'altro. Di colpo mi è entrato dentro e ho capito che il pensiero deve chinare la testa e darsi per vinto. Tutto quanto si può essere e avere, e poi di colpo tutto quanto non si può essere e non si può avere, perché si è stati e si ha avuto per l'ultima volta. È una costruzione rivoltante. Un'alternativa comprende tutto e l'altra niente.
(Erlend Loe | Doppler, Vita Con L'Alce)

20120305

L'ODORE

Il morto non sente il proprio odore.
(Kossi Komla-Ebri | La Sposa Degli Dei)

PETROLIO IN BOCCA

Lo condannarono a pagare una capra. Briyawo, seppure con l'amaro in bocca, promise di comprare la capra. Chi ha del petrolio in bocca non soffia sul fuoco.

BUON AMICO VS CATTIVO FRATELLO

Anche se la canna dei fratelli si piega, non si rompe, e neanche un buon amico è paragonabile a un cattivo fratello.
(Kossi Komla-Ebri | La Sposa Degli Dei)

SOLO NEGLI OCCHI

Eppure Amavi serbava nel cuore una profonda tristezza che traspariva solo nei suoi occhi: la pantera ha le sue macchie sulla pelle, l'uomo le ha dentro di sé.
(Kossi Komla-Ebri | La Sposa Degli Dei)

DI FATTO

Era convinto che l'intelligenza fosse un frutto che si raccoglie nel giardino del vicino e che è solo viaggiando che si trova la saggezza. Di fatto, il piede che rimane in casa non ci riporta niente.
(Kossi Komla-Ebri | La Sposa Degli Dei)

COME D'USANZA

Dopo la sua morte, come d'usanza al villaggio, si indagò dall'indovino per cercarne la causa: nessuno in Africa muore di morte naturale.
(Kossi Komla-Ebri | La Sposa Degli Dei)

L'UNO PER L'ALTRA

Si sdraiarono sulla stuoia senza dirsi niente, ognuno assorto nei suoi pensieri. Sapevano di non essere d'aiuto l'uno per l'altra. La solitudine a due è cosa più gravosa di quella affrontata da soli.
(Kossi Komla-Ebri | La Sposa Degli Dei)

COME IL TEMPO

Aveva superato ormai quell'età in cui ogni donna è disposta a bere tutto ciò che stuzzica orecchio e vanità. La vita insegna che, come il tempo, il sudore cola in giù e non risale mai alla testa.
(Kossi Komla-Ebri | La Sposa Degli Dei)

MALELINGUE

Le malelingue dicono che è una vittima dei vodù di suo zio, l'hunò Bryawo. Altri sostengono che ha voluto vedere oltre la notte.
(Kossi Komla-Ebri | La Sposa Degli Dei)

20120302

IL MONDO DI LÀ

Perché ho preso ancora la via del mare, e per tante volte?
Non so dirlo.
Forse la mia ricchezza trasformava la vita in un sogno inafferrabile da cui volevo svegliarmi. O forse mi ripetevo: il mondo di là non è tanto in là che tu non lo possa raggiungere attraversando il mare. E qual era poi il vero sogno? Stare a casa o essere in viaggio?
Io passavo dall'una all'altro, e non importava il perché; solo importava il richiamo che mi faceva lasciar casa, e poi mi ci riportava.
(Bernard Noël | Sinbad Il Marinaio)

20120301

MARE

Rivelazione.
Il vecchio albero di melo.
Il mare è vicino.

Il mare è un muro.
Sento i gabbiani gridare —
accennano un saluto.

Il vento di Dio nella schiena.
Il colpo che arriva silenzioso —
un sogno troppo lungo.

Silenzio color cenere.
Passa il gigante azzurro.
Fredda brezza dal mare.

Vento grande e lento
dalla biblioteca del mare.
Qui io posso riposare.

Uomini-uccello.
Alberi di melo in fiore.
Il grande mistero.

(Tomas Tranströmer | Il Grande Mistero; Liriche Haiku)

PIOGGIA

Sento il mormorio della pioggia.
Io sussurro un segreto
per entrarvi dentro.
(Tomas Tranströmer | Il Grande Mistero; Liriche Haiku)

VENTO

Quando giunge l'ora
riposa il vento cieco
contro le facciate.
(Tomas Tranströmer | Il Grande Mistero; Liriche Haiku)

RIVA

Guarda, sto seduto
come una barca sulla riva.
Qui sono felice.
(Tomas Tranströmer | Il Grande Mistero; Liriche Haiku)

MORTE

La morte si china
su di me, un problema scacchistico.
E lo risolve.
(Tomas Tranströmer | Il Grande Mistero; Liriche Haiku)

OMBRA

La renna maschio nella luce solare.
Le mosche cuciono, svelte cuciono
l'ombra sulla terra.
(Tomas Tranströmer | Il Grande Mistero; Liriche Haiku)

ACQUA

Mugola nella nebbia.
Un peschereccio lontano —
trofeo sull'acqua.
(Tomas Tranströmer | Il Grande Mistero; Liriche Haiku)