20110316

L'ALTRA MANO

Stephen chiuse gli occhi e tese nell'aria la mano tremante, con la palma in su. Sentì il prefetto agli studi toccargli le dita un attimo per raddrizzarle e poi il sibilo della manica della tonaca mentre la bacchetta veniva alzata. Un colpo caldo bruciante lacerante come il secco schianto di un ramo spezzato gli fece accartocciare la mano tremante, come una foglia nel fuoco, e al suono e al dolore lacrime scottanti gli salirono agli occhi. Tutto il corpo gli sussultava dalla paura, il braccio sussultava e la livida mano accartocciata e bruciante sussultava come una foglia staccata nell'aria, Gli balzò alle labbra un grido, un supplica. Ma benché le lacrime gli scottassero gli occhi e le membra gli rabbrividissero dal dolore e dalla paura, ricacciò indietro le lacrime calde e il grido che gli bruciava la gola.
"L'altra mano!" gridò il prefetto agli studi.
Stephen tirò indietro il braccio tremulo e intorpidito e porse la mano sinistra. La manica della tonaca sibilò un'altra volta e un secco rumore di schianto e un dolore terribile insopportabile straziante gli fecero contrarre la mano con la palma e le dita in una sola tremula massa livida. L'acqua scottante gli scoppiò dagli occhi e, bruciando di vergogna, di dolore e di paura, Stephen ritirò atterrito il braccio sussultante e scoppiò in un gemito di dolore. Il corpo gli sussultava in un accesso di paura e con rabbia e vergogna sentì il grido scottante salirgli dalla gola e le lacrime roventi cadergli dagli occhi giù per le guance infiammate.
(James Joyce | Ritratto Dell'Artista Da Giovane)

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