20120611

L'ULTIMA COSA IMMAGINABILE

Era salito da Tresio, in un'ora, incontrando innumerevoli banchi di nebbia, alti al suo ginocchio, che come greggi gli attraversavano la strada. Si era svegliato con la certezza della pioggia battente sul tetto rotto della stalla, ma non pioveva. C'era invece molta nebbia, intasava i valloni e si stendeva in lenzuola oscillanti sui fianchi marci delle colline. Per le colline mai aveva provato tanta nausea, mai le aveva viste così sinistre e fangose come ora, tra gli squarci della nebbia. Le aveva sempre pensate, le colline, come il naturale teatro del suo amore [...] e gli era invece toccato di farci l'ultima cosa immaginabile, la guerra.
(Beppe Fenoglio | Una Questione Privata)

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