20140127

MINUSCOLE

fitto supplicare – tra oceani di salino piombo che s'inanella – per sapor dolce di casa

all'ultimo respiro, tra tenaglie d'onde

lei stringeva germoglio di mirto, svagata, e cara rosa in fiore

capelli di profumo,
e seni, da far spasimare un vecchio, anche

contro muro, stretti in pugno d'ombra

ladro che percorri vie, notturno

irto su lama di onda, di vento

mastro di fiocina, e timoniere navigato

ti vengo dietro, per un mio presagio

su vago scoglio dorsuto, sgusciando

sporgo mano, ed elemosino

sette – dico sette – morti stesi: presi da noialtri
corridori. Mille siamo noi, massacratori

spero: molti di essi canicola calcinerà
acre incandescenza

dipende dai tuoi se ti senti soffocare, tu

e mi piacerebbe prenderla, Nebula, per la mano

ho peccato, ma questa perdizione invase altri, credo

l'impensato non esiste nelle cose: tantomeno il sacro

ventre di puttana è scolo, pozzo per i soldi

vedi dove s'erge quell'aereo poggio
ruvido, ostico?
Là mi annido, e non do peso a guerra tua

assolutamente non avevo idee

acqua portava in una mano,
la truffaldina, e nell'altra fiamma

da me, quello, non avrà lo sconto

si sono rotti
i tendini del pene

"cosa"
cresciuta tra le cosce

solchi, di vecchiaia maligna ti devasta

mille cieche anguille hai preso dentro

trasparente danno, trarla in casa

contorto, su tappeto di spasimo,
fiato mozzo, dure contratture
mi chiodano, osso per osso

sentieri alpini frantumati: come io in fiore ero

lenzuolesche donne

vagina che s'imperla

lancia di faggio s'impennava

due mezzi

bastarda strada

In fiori alti
l'affondavo. Con l'onda
del mantello la velavo. Stringevo le sue spalle
col mio braccio... Intimidita
pareva una cerbiatta.
I suoi seni: in mano, piano, piano, li racchiusi.
Scopriva pelle in fiore
adolescente sortilegio:
io la percorrevo – bella – l'avvolgevo
e qui il mio bianco spruzzo vivo
con le carezze su peluria accesa.

(Archiloco | Frammenti)




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