20071017

LA SCOPERTA DELLO SPAZIO

Eppure, quando sei stato fuori, quando hai visto il sole e tua madre, dev'essere stato bello.
E' stato come accecare. Erano tanti anni che non uscivo da quella tomba di cemento. M'ero dimenticato com'è fatto il sole, e fuori c'era un sole fortissimo. Quando me lo son trovato addosso ho dovuto chiudere gli occhi. Poi li ho riaperti un poco, ma un poco soltanto, e con gli occhi semichiusi sono andato avanti. E andando avanti ho scoperto lo spazio. La mia cella era lunga un metro e mezzo per tre, camminando potevo fare solo due passi e mezzo. Al massimo tre. Riscoprire lo spazio mi ha dato le vertigini. Sono stato per cadere. Anche ora, del resto, se cammino per più di cento metri, divento stanco e disorientato. No, non è stato bello. E se non ci credi non me ne importa. O me ne importa e pazienza. Poi d'un tratto, in tutto quel sole, ho visto una macchia. E la macchia era un gruppo di gente. E da quel gruppo di gente s'è staccata una figura nera. E m'è venuta incontro, e un po' per volta è diventata mia madre. [...]
Alekos, ti capita mai di maledire il giorno in cui facesti quell'attentato?

Forse vuoi domandarmi se mi capita mai di maledire il giorno in cui fallì l'attentato. Era un bell'attentato. Intelligente, preparato bene, scientifico. Non si limitava alla morte di Papadopulos. Dopo la morte di Papadopulos ci sarebbero stati i funerali di Papadopulos e in questa occasione ci sarebbe stato il secondo attentato: avremmo eliminato la Giunta.
(Alexandros Panagulis intervistato da Oriana Fallaci | L'Europeo #36/1973)

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