20090420

STUDIO BROCCHI

Come fanno da sempre i giovani quando la tensione è stata tropo forte, decisero di riposarsi e prendere tempo. Si tolsero le scarpe, si rimboccarono le maniche, si allentarono il nodo alla cravatta. Cercarono dei portacenere, spostarono mUcchi di riviste dal pavimento, misero un disco, si comportarono, insomma, come se fossero a casa loro. Erano nella stanza dove ragazzi geniali tenevano le loro tavole da disegno e i loro sgabelli, una stanza che, nel corso del tempo, era stata chiamata il Recinto, il Buco, la Topaia, lo Studio Brocchi, definizione, quest'ultima, applicata spesso a tutto l'appartamento, all'edificio e qualche volta anche al vicinato o, quando dalla finestra del bagno il cielo era color whisky e cenere, in una cupa mattinata afflitta dai postumi dell'alcol, a tutto questo maledetto mondo fetente. Per qualche tempo, nel secolo scorso, era stata l'elegante camera da letto di una signora.
(Michael Chabon | Le Fantastiche Avventure Di Kavalier E Klay)

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