20140522

PERDENDOSI NEI LABIRINTI

Nel locale in cui entrarono c'era soltanto un dipinto nero che rappresentava un'altra donna. Le gambe arrivavano fino in cima alla parete. Il corpo occupava l'intero soffitto. Dall'ombelico pendeva un filo cui era appeso un uovo enorme, e la donna ricadeva a testa in giù sull'altra parete, toccando il pavimento con le dita appuntite.
Per andare oltre, sollevarono una tenda, ma un soffio di vento spense la lampada.
Allore procedettero a caso, perdendosi nei labirinti del tempio. All'improvviso sentirono sotto i piedi qualcosa di stranamente soffice. Delle scintille crepitavano, sprizzavano; camminavano nel fuoco. [...] Poi ebbero l'impressione di sentirsi scivolare tra le gambe una corda bagnata, fredda e viscida. Da alcune fessure del muro piovevano sottili raggi bianchi. Avanzavano in quell'incerto chiarore.
(Gustave Flaubert | Salambò)

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