20080422

ELISABETH AVENUE

Eravamo ormai arrivati in fondo alla lunga discesa della nostra strada e avevamo raggiunto Elisabeth Avenue. Non c'era prato davanti al quale passassimo, nè vialetto, nè garage, nè lampione, nè piccola veranda in muratura, che non esercitasse il suo potere su di me. Lì mi ero esercitato a tirare con l'effetto, lì sul mio slittino mi ero rotto un dente, lì avevo toccato per la prima volta una ragazza, lì avevo preso una sberla da mia madre per aver canzonato un amico, lì avevo saputo che mio nonno era morto.
(Philip Roth | Lo Scrittore Fantasma)

2 comments:

Gealach said...

bella questa...mi piace come scrive, almeno -ovvio-, per quel poco che vedo qui.

cornelius said...

se da tanti è considerato un maestro un motivo ci dovrà pur essere. io però non sono riuscito ancora ad inquadrarlo. non capisco se è veramente così pieno di sè - non che ci sarebbe qualcosa di male, solo che vorrei esserne consapevole -, o se più semplicemente guarda con ironia benevola al se stesso giovane scrittore in erba. il caso mi ha portato infatti a leggere per primo il romanzo in cui esordisce il suo alter ego nathan zuckerman, e già mi chiedo se continuare con gli altri della serie (8 libri in totale, compreso il pulitzer "pastorale americana") o passare magari direttamente al "lamento di portnoy", considerato il suo capolavoro.