20120227

LE SPALLE AL VENTO

Il ghiaccio cominciò ad animarsi. Le lastre presero a scontrarsi rabbiosamente una contro l'altra e l'acqua salata si mise a lambire gli stivali di cuoio grasso di Anton. La brezza si trasformò in vento e il vento in burrasca. E il ghiaccio cominciò a compattarsi. Intorno ad Anton era tutto un crepitare, un rombare e uno stridere. I lasatroni si accavallavano gli uni sugli altri, urtandosi e spezzandosi e lottando per farsi spazio. Anton scivolava e cadeva, si rialzava e ricadeva di nuovo. Ma non si pentì nemmeno per un istante di aver rimandato il viaggio in Danimarca. Rideva e si felicitava con se stesso per quell'esperienza straordinaria. Ora avrebbe avuto la competenza necessaria per descrivere il ghiaccio che si ammassava e i rombi e gli schianti senza inventare né omettere nulla. Voltò le spalle al vento, e le raffiche gli sembrarono delle pacche d'incoraggiamento sulla schiena. Così, pensò Anton, è la natura quando ce n'è davvero tanta.
(Jørn Riel | Una Storia Marittima)

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