20150214

DISCENDENZA DI VOLTI

Se alla fine Ferber, dopo essersi sbarazzato di una quarantina di varianti, o meglio dopo aver cancellato sul foglio uno schizzo via l'altro sostituendolo ogni volta con uno nuovo, si risolveva a consegnare il quadro, non tanto perché convinto di averlo ultimato quanto piuttosto per un senso di spossatezza, l'osservatore aveva la sensazione che esso fosse nato da una lunga discendenza di volti grigi, inceneriti, i quali continuavano ad aggirarsi come spettri su quella carta ormai scorticata.
(W. G. Sebald | Gli Emigrati)

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