20080515

NON ORA

La luce di metà mattina di un disgelo di fine inverno, l'immobilità di una non-ora in un giorno feriale [...]. Le querce avevano lo stesso colore nero e oleoso dei corvi che vi stavano appollaiati sopra. Il cielo era identico al selciato bianco-sale su cui anziani automobilisti arrancavano, rispettando limiti di velocità barbiturizzanti, verso le loro mete: centri commerciali con pozze di neve scongelata sui tetti di carta catramata, arterie che passavano accanto ad acciaierie dai cortili fangosi, al manicomio statale e a ripetitori televisivi che infarcivano l'etere di soap opera e giochi a premi; circonvallazioni oltre le quali si estendeva un milione di acri di continente in disgelo, dove i pickup sprofondavano nell'argilla fino al semiasse, nei boschi echeggiavanop colpi calibro 22 e alla radio trasmettevano solo gospel e musica country; quartieri residenziali con lo stesso pallido bagliore a tutte le finestre, prati gialli e pieni di scoiattoli con qualche giocattolo di plastica conficcato qua e là nel terreno, un postino che fischiettava qualcosa di celtico e chiudeva le cassette con più forza del necessario, perchè la calma mortale delle strade, in quella non-ora, in quella non-stagione, poteva davvero uccidere.
(Jonathan Franzen | Le Correzioni)

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