20080513

NORDIC PLEASURELINES

[...] una nave da crociera bianca e alta come un palazzo a molti piani, la Gunnar Myrdal, nascondeva il fiume e il New Jersey e metà del cielo. Una folla formata per la maggior parte da anziani confluiva verso il cancello e si disperdeva nel lungo e luminoso corridoio retrostante. C'era qualcosa di infernale in quella migrazione risoluta, qualcosa di agghiacciante nella cordialità e nei vestiti bianchi del personale di terra della Nordic Pleasurelines, nel silenzio in cui tutto accadeva, mentre le nuvole si aprivano troppo tardi per salvare la giornata. Una moltitudine sulla riva dello Stige al crepuscolo.
(Jonathan Franzen | Le Correzioni)

2 comments:

Gealach said...

strano associare il nome di un economista svedese (?) ad una nave americana.

nb
da qui, da lettrice di citazioni, non ho ancora deciso se mi sta antipatico ancora o no, questo franzen. che sembra sempre che ne sa piu di tutti, anche quando è l'unico a sapere davvero quello che sta scrivendo.

cornelius said...

un po' saccente, il nostro franzen, ma, ti ripeto, lo deduco più dalla lettura dei saggi. il romanzo dà l'idea di un gran lavoro su tutte le frasi, di una forsennata ricerca della forma giusta, e quidi di una sorta di mancanza di spontaneità ed autenticità. ma la cosa non è un male in assoluto, ovviamente. e a questa sensazione supplisce la sua perfetta conoscenza delle dinamiche familiari, la capacità di descrivere in forma elaborata ma precisa situazioni comuni, la sicurezza nel dipingere con esattezza ed intransigenza anche i più piccoli peccati psicologici di quelli che sono certo (e qui sono anche solidale) siano personaggi ispirati a persone realmente esistenti o esistite. la cosa antipatica è che sembra giudicarli, e anche se il romanzo non è scritto in prima persona, si sente nettamente l'aria di superiorità con cui l'autore li guarda. questo lo distingue, a mio giudizio, da wallace, per esempio, che sembra invece sempre profondamente in sintonia (in simpatia, direi) con tutti i suoi personaggi, anche i più schifosi; la qual cosa, per me, mette il secondo svariate rampe di scale sopra al primo.